Il comportamento delle cellule immunitarie potrebbe essere la chiave per nuovi trattamenti
I farmaci immunoterapici possono essere un’arma efficace nella lotta contro il cancro. Essi vengono utilizzati per stimolare la risposta immunitaria dell’organismo, che può essere «disattivata» da un tumore, oltre che per spronare le cellule immunitarie ad attaccare le cellule tumorali. «I farmaci immunoterapici di maggior successo agiscono sulle cellule immunitarie chiamate cellule T», spiega Seth Coffelt, coordinatore del progetto GDCOLCA e borsista di ricerca esperto presso l’Institute of Cancer Sciences dell’Università di Glasgow, nel Regno Unito. «Il loro compito principale è assicurare che tutto sia nella norma: se incontrano qualcosa di anomalo, come un virus, un batterio o un tumore, le cellule T lo attaccano».
Cellule di pronto intervento
Tuttavia, rimane il fatto che la maggior parte dei pazienti non risponde all’immunoterapia. Mentre molti ricercatori cercano di comprendere le ragioni di questa mancata risposta, Coffelt ha deciso di seguire una direzione diversa e di concentrarsi sul comportamento di una cellula T molto specifica. «Ho voluto saperne di più sulle cellule T gamma/delta», ha affermato. «Queste cellule, pur essendo tendenzialmente rare, sono davvero potenti. Agiscono come cellule di pronto intervento, arrivando sulla scena e orchestrando le reazioni immunitarie». Fin dai tempi dei suoi studi presso l’istituto sui tumori dei Paesi Bassi ad Amsterdam, Coffelt sapeva che le cellule T gamma/delta, pur essendo rare, sono abbondantemente presenti nell’intestino. «Quando ho avviato il mio laboratorio qui a Glasgow, ho voluto capire meglio il modo in cui queste cellule si comportavano rispetto al cancro del colon e da qui è nato il progetto GDCOLCA». Il progetto, che è stato intrapreso con il supporto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, ha esaminato il ruolo delle cellule T gamma/delta nei topi. Una delle domande a cui il progetto ha cercato di rispondere riguardava la fase di progressione tumorale in cui tali cellule risultavano più efficaci. «In altri termini, le cellule T gamma/delta sono coinvolte nella prima formazione tumorale o nelle fasi successive in cui il cancro si diffonde?» è stata la domanda posta da Coffelt. «Questa domanda si è rivelata in realtà più complessa di quanto ci aspettassimo, perché le cellule immunitarie a volte “si attivano” e iniziano effettivamente ad aiutare il tumore a diffondersi». Dopo due anni di ricerca, il team del progetto è giunto alla conclusione che la risposta alla domanda era: «in entrambe». «È emerso che le cellule T gamma/delta sono molto importanti nel momento in cui una cellula del colon diventa cancerosa», osserva. «Le cellule T la rilevano e contribuiscono alla sua eliminazione». In caso di fallimento, sarà il tumore a cercare di estromettere le cellule T.
Stimolare le risposte immunitarie
Sebbene ancora in fase iniziale, Coffelt ritiene che questi risultati potrebbero avere implicazioni importanti. «Sappiamo che le cellule T gamma/delta sono in grado di uccidere le cellule tumorali», aggiunge. «Pertanto c’è la possibilità di definire il modo in cui potremmo aiutare queste cellule a svolgere le loro funzioni in modo più efficace, ad esempio aggiungendo qualche tipo di farmaco. Inoltre, potrebbe esserci l’opportunità per valutare in che modo agirebbero le terapie che stimolano le cellule T gamma/delta nei pazienti che attualmente non rispondono ai trattamenti immunoterapici convenzionali». Nella fase successiva, Coffelt intende studiare il ruolo delle cellule T gamma/delta in casi di cancro colorettale umano, analizzando i campioni dei pazienti. «Abbiamo ancora molto da imparare sulle cellule gamma/delta», prosegue Coffelt. «Alla fine, sarebbe molto bello scoprire se stimolare le cellule gamma/delta in persone a rischio di cancro del colon, possa inibire la formazione dei tumori. In modo analogo, se in qualche modo riusciremo a capire come inibire “l’attivazione” di queste cellule immunitarie (quando sono costrette ad aiutare i tumori a diffondersi), ciò potrebbe influire positivamente su una fase successiva».
Parole chiave
GDCOLCA, cancro, cellula T, immunoterapia, cellule, tumore, immunitario, farmaci