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Il rilevamento precoce del cancro al colon mediante il «Google Earth delle colonscopie»

Un approccio inedito che nasce dalla combinazione tra tradizionale luce bianca, fotonica avanzata e immaginografia ottica potrebbe contribuire a salvare fino a 80 000 vite aiutando i medici a rilevare il cancro all’intestino allo stadio iniziale.

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Un nuovo sistema di immaginografia ottica in fase di lavorazione potrebbe innescare una rivoluzione nella diagnosi del cancro al colon. Al momento, le colonscopie riescono a individuare appena il 39 % dei casi di cancro all’intestino allo stadio iniziale. Oggi, l’innovativa piattaforma di screening del progetto PROSCOPE, finanziato dall’UE, possiede il potenziale di salvare fino alla metà delle 160 000 vite perse ogni anno in Europa a causa di questa malattia. Le procedure di colonscopia odierne si basano sui video a luce bianca o sull’immaginografia ottica a banda stretta, strumenti che, tuttavia, dispongono di una capacità ridotta di riconoscere precocemente diversi tipi di lesioni cancerose e pre-cancerose. «Risulta difficile distinguere le lesioni seghettate dai polipi iperplastici», osserva il responsabile del progetto, il dott. Peter Andersen del Politecnico della Danimarca, l’ente che coordina il progetto PROSCOPE, in un articolo pubblicato su «Photonics21». Il nuovo approccio combina la tradizionale luce bianca di una videocamera con la fotonica più avanzata e strumenti di immaginografia ottica, quali la tomografia ottica a radiazione coerente (OCT, optical coherence tomography), la microscopia multifotonica e la spettroscopia Raman, per ottenere un’analisi più chiara, più sensibile e più approfondita del tessuto intestinale. «Per similitudine, il nostro concetto di immaginografia si potrebbe definire il Google Earth delle colonscopie poiché partiamo da una mappa del paese per poi ingrandire su una città, una via, e quindi su un edificio», spiega il dott. Andersen. «In modo analogo, la nostra procedura di immaginografia inizia con la tradizionale luce bianca per individuare una zona sospetta che un medico vorrebbe esaminare a fondo. In seguito, è possibile ingrandire nel profondo della lesione impiegando prima l’OCT e successivamente la microscopia multifotonica per acquisire le informazioni metaboliche, e infine usare la spettroscopia Raman per ottenere le informazioni molecolari, che corrispondono quasi a un’impronta molecolare delle cellule cancerose, per analizzare la lesione sospetta.» Il cancro al colon è la seconda causa di morte correlata al cancro in Europa. Per fortuna, i tassi di sopravvivenza si innalzano drasticamente quando la diagnosi avviene tempestivamente, motivo che sottolinea l’importanza di riconoscere le lesioni il prima possibile. «Il successo in questo frangente si basa sulla ricerca in atto, continua e rafforzata in materia di laser e fotonica in tutta Europa, nonché sui risultati che si traducono in un miglioramento ulteriore delle capacità diagnostiche», osserva il dott. Andersen.

Uno strumento completo, senza marcature

Il ricercatore senior prosegue con la descrizione delle capacità della nuova piattaforma: «Le cellule cancerose hanno un metabolismo superiore rispetto alle cellule non tumorali vicine, il che implica un flusso sanguigno e una crescita dei vasi di entità maggiore attorno alle presunte lesioni. Quando si effettua l’ingrandimento su una lesione su scala della lunghezza cellulare, si può misurare il flusso sanguigno, il metabolismo e le informazioni molecolari specifiche per l’individuazione delle lesioni cancerose a risoluzione cellulare. Per la prima volta nell’ambito dell’esame del colon, la nostra tecnologia equivale a un dispositivo completo e, aspetto più importante, senza marcature, il che significa che non dobbiamo iniettare coloranti o biomarcatori nell’organismo del paziente per segnalare elementi sospetti.» La mancanza di sensibilizzazione e la presenza di atteggiamenti negativi nei confronti delle colonscopie stanno attualmente ostacolando il rilevamento precoce della malattia. Secondo il dott. Andersen, oggigiorno appena il 14 % della popolazione europea si sottopone allo screening. «Con un intervento tempestivo potremmo fare molto di più, salvando più vite e diminuendo i costi dell’assistenza sanitaria», conclude, definendo il progetto «un passo fondamentale nel percorso verso il debellamento di questa patologia.» Il progetto PROSCOPE (Point-of-care instrument for diagnosis and image-guided intervention of Colo-Rectal Cancer) intende condurre alcune sperimentazioni cliniche presso l’Università di medicina di Vienna, organizzazione partner del progetto, prima di terminare le proprie attività alla fine del 2023. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto PROSCOPE

Parole chiave

PROSCOPE, cancro, colon, intestino, fotonica, immaginografia ottica, lesione, colonscopia