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The dynamics of sea ice variability – role of the oceans

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Scioglimento del ghiaccio marino artico: cosa può dirci il passato sul futuro

Il volume e l’estensione del ghiaccio marino artico stanno diminuendo. Alcuni modelli indicano che l’Oceano Artico potrebbe diventare stagionalmente privo di ghiaccio in meno di 20 anni. L’impatto che questo avrà sui sistemi climatici, nonché le altre conseguenze ambientali, rendono più che mai urgente la previsione dell’evoluzione di tale processo.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

L’Artico è una delle aree più sensibili per quanto riguarda il riscaldamento globale in corso e sta conoscendo una tendenza al riscaldamento maggiore rispetto a qualsiasi altra regione del mondo. La copertura estiva di ghiaccio marino nell’Artico è diminuita drasticamente negli ultimi decenni, presentando cambiamenti significativi di ampiezza che sono stati registrati dalle osservazioni satellitari. Tuttavia, poiché risalgono solo al periodo posteriore alla fine degli anni ’70, queste registrazioni satellitari coprono un periodo troppo breve ai fini della rappresentazione della variabilità del ghiaccio marino nel tempo. Dato che sono dovuti all’influenza umana, i cambiamenti documentati del ghiaccio marino potrebbero corrispondere a uno stato transitorio e di non equilibrio. Il riferimento preindustriale relativo alla copertura naturale di ghiaccio marino è praticamente sconosciuto. Il progetto IceDynamO ha cercato di colmare questa lacuna di conoscenza. «Per essere in grado di sviluppare previsioni di modelli affidabili per il futuro è fondamentale comprendere il modo in cui la copertura di ghiaccio marino artico sia cambiata nel tempo senza alcuna forzatura indotta dall’uomo», spiega Teodóra Pados-Dibattista, che ha svolto la sua ricerca con l’aiuto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie mentre si trovava al dipartimento di Geoscienza dell’Università di Aarhus. «Il mio obiettivo generale era quello di ricostruire la variabilità delle condizioni oceaniche e del ghiaccio marino sulla piattaforma della Groenlandia nord-orientale durante l’Olocene negli ultimi 11 700 anni circa. Intendevo indagare il loro legame con le dinamiche della calotta glaciale della Groenlandia, la circolazione oceanica e il clima globale.»

Svelare i segreti del ghiaccio artico

Pados-Dibattista ha utilizzato una carota di sedimento estratta dal fondale marino al largo della Groenlandia nord-orientale per condurre analisi geochimiche e micropaleontologiche. Qui sono conservati i dati surrogati, ossia le caratteristiche fisiche dell’ambiente che possono sostituire le misurazioni dirette. Con l’aiuto dei dati ottenuti, Pados-Dibattista ha stabilito una ricostruzione ad alta risoluzione e multi-proxy delle dinamiche e della variabilità della corrente della Groenlandia orientale e della copertura di ghiaccio marino al largo della Groenlandia nord-orientale con una risoluzione secolare durante l’Olocene. Il suo articolo «Holocene paleoceanography of the Northeast Greenland shelf» approfondisce ulteriormente le sue tecniche. «I risultati delle analisi mi hanno consentito di dedurre i cambiamenti nella produttività della superficie del mare e del sottosuolo, le temperature dell’acqua sotterranea, le condizioni del ghiaccio marino e lo scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi 9 400 anni circa sulla piattaforma della Groenlandia nord-orientale», aggiunge Pados-Dibattista.

Possibili implicazioni

I risultati indicano che la piattaforma della Groenlandia nord-orientale è stata sottoposta a una serie di cambiamenti paleoclimatici durante l’Olocene, che si evincono dai cambiamenti della corrente della Groenlandia orientale. «Poiché migliorano la nostra capacità di prevedere le risposte future delle masse d’acqua artiche ai cambiamenti ambientali, i nostri risultati sono molto importanti per il miglioramento dei modelli climatici predittivi.» «Questo progetto mi ha fornito un’opportunità unica di studiare i resti quasi completi di sedimenti marini dell’Olocene più a nord lungo il margine della Groenlandia orientale. Per conseguire questo obiettivo ho dovuto imparare, fin dall’inizio, come differenziare e identificare quasi 100 specie diverse di foraminiferi bentonici. Non è stato facile, ma ne è valsa la pena», conclude Pados-Dibattista.

Parole chiave

IceDynamO, Artico, ghiaccio marino, clima, ricostruzione, piattaforma della Groenlandia nord-orientale, foraminifero

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