Una migliore valutazione della perdita dell’udito e delle opzioni di riabilitazione
Secondo l’OMS, all’incirca 466 milioni di persone, ovvero il 5 % della popolazione globale, si affidano alla riabilitazione per affrontare problemi di ipoacusia «invalidante». Oltre il 90 % di loro sono adulti. Si stima che, entro il 2050, questa cifra supererà i 700 milioni di persone, ossia il 10 % della popolazione. Sebbene il trattamento convenzionale solitamente preveda l’impiego di apparecchi acustici, alcuni studi hanno stimato che fino a un quarto dei loro possessori non li utilizza in modo regolare. Ciò è dovuto principalmente al fatto che la comprensione del parlato in situazioni rumorose resta problematica anche se ci si affida a un apparecchio di tal genere, mentre le valutazioni intese a determinarne l’idoneità all’uso non prendono solitamente in considerazione scenari di utilizzo realistici. Secondo Sophia Kramer, la coordinatrice del progetto HEAR-ECO, «la comunicazione per le persone colpite da perdita dell’udito è spesso estenuante, in quanto richiede elevati livelli di concentrazione.» Sostenuto dal programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, HEAR-ECO ha sviluppato misure obiettive per determinare lo sforzo di ascolto e la fatica uditiva grazie allo studio di indicatori fisiologici, come la pupillometria, l’elettroencelografia (EEG) e le misurazioni cardiovascolari, creando al contempo parametri per contribuire alla previsione di tali elementi. «Abbiamo contribuito a realizzare una metodologia più completa per misurare le conseguenze associate alla perdita dell’udito, nonché per valutare il probabile impatto esercitato dagli apparecchi acustici», dichiara Kramer, ricercatrice presso l’Ospedale universitario affiliato alla Libera Università di Amsterdam (Vrije Universiteit), che ha ospitato il progetto. «I nostri progressi scientifici dovrebbero contribuire a colmare il divario tra prestazioni reali e test effettuati in laboratorio.» I partner di HEAR-ECO comprendevano audiologi clinici, psicologi, ingegneri biomedici e acustici e un partner, Oticon, il secondo maggior produttore di apparecchi acustici a livello globale.
Approfondire la complessità degli scenari acustici
La percezione della parola è un compito complesso. Fattori quali l’importanza di un messaggio per il comunicatore, il preciso contesto sociale e l’acustica, come la presenza di un’interfaccia sonora, condizionano tutti l’esito di tale processo. «L’integrazione di questi aspetti garantirà una valutazione più completa della perdita dell’udito e della riabilitazione, il che rappresenta un progresso significativo rispetto agli attuali test clinici limitati», aggiunge Adriana Zekveld, la responsabile del progetto. «Il progetto ha avuto inizio con studi “preliminari”, in cui ciascun ricercatore nella fase iniziale della carriera acquisiva competenze in un tema specifico, come ad esempio le misurazioni cardiovascolari o l’influenza della presenza di altri individui sulla percezione della parola, che sono stati seguiti da un lavoro volto a combinare tali attività. Per esempio, è stato creato un sistema di realtà virtuale basato su avatar per la simulazione di situazioni sociali inteso a studiare l’influenza esercitata dalla presenza di altre persone sulla percezione della parola, la risposta pupillare e le misurazioni cardiovascolari degli sforzi di ascolto. «I partecipanti hanno riferito di essere condizionati dalla presenza di altri avatar sia in modo positivo, sostenendo che li facevano sentire supportati, sia in modo negativo, dichiarando ad esempio che ne venivano distratti», sottolinea Zekveld. Il progetto ha rivisto inoltre le interazioni tra le caratteristiche degli apparecchi acustici e gli scenari di test effettuati nell’ambito di HEAR-ECO, giungendo alla conclusione che i metodi implementati nel progetto forniscono stimoli adeguati (stimoli nel parlato bersaglio e rumori) in condizioni contraddistinte da una manipolazione della complessità spaziale e della riverberazione. «Ciò significa che è possibile applicare condizioni di test più realistiche allo scopo di valutare i benefici apportati dall’apparecchio acustico», spiega Zekveld.
Due pacchetti di strumenti per la valutazione
Il lavoro collettivo dei sei ricercatori nella fase iniziale della carriera che hanno partecipato al progetto ha prodotto due pacchetti di strumenti. Il primo ha previsto metodi per rendere i test sulla percezione della parola più realistici. Al suo interno figurano aspetti sociali, caratteristiche acustiche (tra cui simulazioni intuitive che evitano la necessità di costosi laboratori) e anche strumenti per valutare la motivazione e la fatica. Il secondo pacchetto di strumenti ha sviluppato alcuni indicatori fisiologici, producendo risultati che hanno indicato l’indubbia sensibilità delle misure sviluppate dal team a specifici aspetti del test di ascolto, come la motivazione dell’ascoltatore, la fatica e le richieste a livello mnemonico. «In quanto esperti di levatura mondiale in questo settore, è molto gratificante sapere che altri gruppi di ricerca e diversi produttori di apparecchi acustici integrano ora nei propri lavori misurazioni dello sforzo di ascolto, e che alcuni adottano in particolare l’EEG e i metodi di pupillometria concepiti da HEAR-ECO, nonché i relativi risultati», conclude Kramer.
Parole chiave
HEAR-ECO, apparecchio acustico, pupillometria, motivazione, fatica, acustica, realtà virtuale, EEG, parlato, riabilitazione