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La tecnologia a bassa temperatura rende più verde il riscaldamento urbano

Le reti di teleriscaldamento sono altamente efficienti, ma c’è un margine di miglioramento per quanto riguarda la decarbonizzazione. Grazie a nuove tecnologie all’avanguardia, i ricercatori finanziati dall’UE hanno aperto le porte alle reti per un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e del calore residuale.

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Come suggerisce il nome, il teleriscaldamento è un mezzo per distribuire il calore generato in un luogo centralizzato alle abitazioni e ai locali commerciali di una determinata area. Ciò si ottiene grazie a un sistema di tubi isolati. Negli ambienti urbani, i sistemi di teleriscaldamento sono spesso altamente efficienti, soprattutto quando gli impianti producono contemporaneamente calore ed elettricità. Inoltre, si sono dimostrati affidabili per decenni.

Affrancarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili

Emerge quindi un crescente interesse nello sfruttamento dell’efficienza dei sistemi di teleriscaldamento per facilitare la decarbonizzazione dell’energia termica e per far sì che tale soluzione faccia parte della transizione verde dell’Europa. Ad esempio, questi sistemi potrebbero fare maggiore uso di fonti di calore rinnovabili e residuali, aiutando l’Europa ad affrancarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili. «La situazione attuale degli impianti di teleriscaldamento è tuttavia ben lontana dalle emissioni zero», osserva Antonio Garrido Marijuan, ricercatore del progetto RELaTED dell’impresa spagnola Tecnalia. «Le energie rinnovabili hanno rappresentato solo il 18,1 % della produzione totale di energia globale per il calore nel 2017. La maggior parte di esse proviene dalla biomassa, con contributi minori da fonti di energia solare, termica e geotermica.» Una sfida è rappresentata dal fatto che le reti di teleriscaldamento sono sistemi complessi che servono vaste aree. La continuità della fornitura e soddisfare la domanda di riscaldamento in ogni momento sono fondamentali. Per questo si registra un limitato entusiasmo sia da parte delle reti che dei consumatori per la transizione verso fonti di combustibile a basse emissioni di carbonio.

Progetti energetici pilota

L’obiettivo del progetto RELaTED, finanziato dall’UE, era quindi quello di proporre e sviluppare nuove soluzioni tecniche, che sono state poi testate in contesti pilota. Al centro di tutto questo c’è il concetto di transizione verso reti di teleriscaldamento a temperature ultrabasse (ULT, ultra-low thermal. «I sistemi di teleriscaldamento dovranno ridurre la loro temperatura operativa per poter integrare fonti di calore industriali di bassa qualità e accettare una quota maggiore di fonti di energia rinnovabili», spiega Garrido Marijuan. Sono state discusse le diverse opzioni tecnologiche e gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di questo obiettivo. «Tra queste, le sfide legate alla produzione di acqua calda sanitaria e alla garanzia di livelli di comfort adeguati. Tra le tecnologie praticabili c’erano la nuova tecnologia delle sottostazioni, la tecnologia a pompa di calore e la tecnologia dei sistemi solari termici integrati.» I concetti integrati delle ULT sono stati poi dimostrati in quattro siti, che presentavano condizioni climatiche, infrastrutture e densità urbana contrastanti. Questi progetti pilota comprendevano una grande rete di teleriscaldamento in Serbia, un nuovo sviluppo urbano in Danimarca, una rete di teleriscaldamento operativa in Estonia e una rete di teleriscaldamento aziendale in Spagna.

Risparmio energetico e riduzione delle perdite termiche

Questo lavoro ha evidenziato la fattibilità di questa nuova generazione di impianti di teleriscaldamento ULT. Insieme, i progetti pilota dimostrativi hanno ottenuto risparmi energetici diretti grazie alla riduzione delle perdite termiche fino a 570 MWh/anno, con oltre 10 GWh/anno forniti dall’iniezione di calore residuale. La partecipazione a RELaTED ha anche permesso a diversi partner industriali di perfezionare i loro prodotti, al punto che la loro tecnologia è quasi pronta per essere commercializzata. L’auspicio è che la tecnologia dei progetti piloti dimostrata in questa sede possa essere installata altrove. Per Garrido Marijuan, il principale beneficiario sarà la società. «Potremo contare su sistemi decarbonizzati per riscaldare le nostre città, che rappresentano il 40 % del consumo totale di energia in Europa», afferma. «Occorre ora compiere ulteriori sforzi per replicare su larga scala il concetto in tutte le reti di teleriscaldamento di vecchia concezione, consentendo una massiccia diffusione delle energie rinnovabili e delle fonti di calore residuale.»

Parole chiave

RELaTED, decarbonizzazione, riscaldamento, combustibile fossile, teleriscaldamento, energia, rinnovabile

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