Denaro e conflitti: o c’era dell’altro dietro l’edilizia selvaggia di XI e XII secolo?
Per la prima volta dopo l’Impero Romano, nei secoli XI e XII la muratura compare ovunque: nei castelli, nelle chiese parrocchiali e monastiche, e in un numero immenso di torri, palazzi e case situati all’interno dei castelli e delle città. La storia dell’architettura ha sempre guardato anche alle grandi cattedrali dell’Europa centrale e settentrionale, prima romaniche e poi gotiche. Negli ultimi 20 o 30 anni, tuttavia, gli storici hanno iniziato a guardare con maggiore attenzione ad altre regioni europee, soprattutto al Mediterraneo. Ma cosa può mostrarci l’architettura al di fuori del territorio tradizionalmente considerato «cuore carolingio», l’attuale Francia e Germania? «Finora, gli storici hanno trascurato la portata e l’importanza di una trasformazione epocale che ha rivoluzionato il rapporto tra persone ed edifici nell’XI e nel XII secolo», afferma Ana Rodriguez, ricercatrice principale del progetto PETRIFYING WEALTH(si apre in una nuova finestra). Il progetto si proponeva di comprendere l’improvvisa ubiquità delle costruzioni in muratura e il suo rapporto con le complesse dinamiche sociali del periodo, in regioni al di fuori della consueta area di studio. Il processo di pietrificazione ha avuto luogo durante i secoli generalmente associati all’«espansione medievale», il che ha portato all’ipotesi, a lungo sostenuta, che fosse una conseguenza della crescita economica; il risultato di una maggiore ricchezza prodotta dall’Occidente latino e ora presente in esso. «La nostra ricerca ha evidenziato che nelle regioni esaminate le scelte edilizie sono state determinate innanzitutto da elementi di carattere culturale e sociale in senso ampio, piuttosto che da elementi di natura economica», spiega Rodriguez, che lavora presso il Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo(si apre in una nuova finestra) a Madrid.
La muratura in pietra: la pietrificazione del conflitto nel Medioevo?
Rodriguez voleva chiarire le caratteristiche e la cronologia del processo edilizio nelle diverse regioni e comprendere la natura di un cambiamento fondamentale della società che ha dato origine a questo fermento edilizio. «Volevamo scoprire perché, precisamente, nel XII e nel XIII secolo sono sorti edifici in tutto il paesaggio. Cosa ha innescato questo drastico cambiamento negli schemi di costruzione?» La ricercatrice ha scoperto che i conflitti che hanno caratterizzato le città a partire dalla seconda metà dell’XI secolo hanno portato a una forte frammentazione dello spazio urbano, che però si è manifestata in modo diverso in Italia, Francia meridionale e Spagna. «Le torri familiari e consortili che cominciano a punteggiare molte città italiane non compaiono nelle città della Francia meridionale. Al contrario, le mura che nelle città francesi, e in certa misura anche in Catalogna, dividevano gli spazi sotto il controllo del potere ecclesiastico da quelli controllati dai laici, non compaiono in Italia. In breve: gli esiti della “pietrificazione del conflitto” sono stati molto diversi», afferma Rodriguez. La ricercatrice sostiene che la presenza o l’assenza di torri, di quartieri comunali ed episcopali separati da mura o di edifici distintivi delle élite laiche non è una semplice coincidenza. «La loro presenza o assenza rivela una distinzione fondamentale tra i centri urbani delle regioni, e fornisce una chiave importante, finora non utilizzata, per valutare e confrontarne la storia.»
Edifici, non solo un risultato della prosperità
I risultati del team danno un forte sostegno all’idea che le dinamiche economiche abbiano acquisito uno slancio senza precedenti nell’Europa meridionale più tardi di quanto solitamente attribuito, ovvero nella seconda metà o addirittura negli ultimi decenni del XII secolo. In molte aree il ruolo delle comunità contadine è apparso maggiore alle aspettative. Ad esempio, la capacità delle comunità contadine di assumere un ruolo centrale nella costruzione e nella gestione delle loro chiese era più pronunciata in Italia e in Castiglia. Nel caso della metallurgia del ferro nell’area alpina, sono state proprio le comunità rurali a prendere l’iniziativa in quella che è stata una rivoluzione sia tecnologica sia produttiva.
Per comprendere la rivoluzione della muratura in pietra è necessaria una vasta gamma di discipline
«Si tratta di una questione complessa che convenzionalmente è stata studiata in modo frammentario», osserva Rodriguez. «Sono particolarmente orgogliosa del lavoro di collaborazione tra Madrid e Roma, e di aver trovato linee di connessione e di analisi transdisciplinare, che rappresentano un progresso nella conoscenza.» La necessità di combinare diverse metodologie, dagli studi documentali all’archeologia e agli studi architettonici: il modo in cui è stata combinata una serie di competenze è stato, secondo Rodriguez, uno dei punti di forza del progetto. «Data la portata geografica del fenomeno e la necessità di accertarne le caratteristiche per così tante tipologie di edifici, è stato necessario creare un database di informazioni molto ampio, relativo a migliaia di edifici in molte regioni dell’Europa mediterranea. Solo il sostegno del Consiglio europeo della ricerca(si apre in una nuova finestra) ha reso possibile un’impresa così ampia», aggiunge Rodriguez.