Come le condizioni di lavoro influenzano l’automazione e viceversa
Se l’automazione e il mercato del lavoro avessero una pagina Facebook, la loro relazione sarebbe «complicata». «Da un lato, l’automazione di alcune mansioni può ridurre i salari e le opportunità di impiego dei lavoratori che le svolgevano», afferma David Hémous(si apre in una nuova finestra), economista presso l’Università di Zurigo(si apre in una nuova finestra). «Ma dall’altro, l’aumento del costo della manodopera o la sua scarsità spesso incentivano l’automazione.» A dare un senso a questa relazione complicata è il progetto AUTOMATION, finanziato dall’UE. «Il nostro obiettivo era quello di determinare come un aumento dei salari porti a un aumento dell’automazione e come questo possa poi causare la diminuzione dell’occupazione», aggiunge Hémous, che ha coordinato il progetto.
Influenza delle condizioni del mercato del lavoro sull’innovazione dell’automazione
Per studiare l’effetto delle condizioni del mercato del lavoro sull’automazione, il progetto, sostenuto dal Consiglio europeo della ricerca(si apre in una nuova finestra), ha classificato i brevetti come legati all’automazione o meno. Questa classificazione ha permesso all’équipe di ricerca di distinguere tra le innovazioni che si propongono di ridurre la manodopera e quelle con altri obiettivi, come la riduzione del consumo energetico. Il progetto ha poi studiato il comportamento delle imprese che producono attrezzature per altre imprese. «La nostra ipotesi era che l’aumento del costo della manodopera per i clienti a valle aumenterà la domanda di automazione delle macchine, spostando così la direzione dell’innovazione verso una maggiore automazione», spiega Hémous. Per valutare l’effetto causale dell’aumento del costo della manodopera sull’automazione, l’équipe ha misurato quanto le imprese innovatrici aumentino i brevetti di tecnologie di automazione in seguito a un aumento del costo del lavoro nel proprio mercato di esportazione.
L’automazione e il suo impatto sui mercati del lavoro
Questa classificazione dei brevetti è poi stata impiegata per studiare l’effetto dell’automazione sui mercati del lavoro. «Abbiamo scoperto che le industrie che fanno ampio uso delle tecnologie di automazione tendono anche a usare molte tecnologie non di automazione, quindi studiare l’effetto delle prime senza controllare le seconde porta a errori nelle stime», aggiunge Hémous. Per tenere conto di tale aspetto, è stato analizzato l’effetto dell’automazione e dell’innovazione non automatizzata sull’occupazione negli Stati Uniti, sia a livello di settore che di mercato del lavoro locale.
Il costo del lavoro ha un forte impatto sull’automazione
In seguito a questo lavoro, il progetto ha scoperto che il costo del lavoro ha un impatto significativo sull’automazione. In particolare, un aumento dell’1 % del costo della manodopera poco qualificata causa un aumento tra il 2 % e il 4 % dei brevetti di automazione. «Al contrario, abbiamo riscontrato un effetto negativo per i costi della manodopera altamente qualificata, presumibilmente perché le tecnologie di automazione che abbiamo analizzato tendono a integrare la manodopera altamente qualificata», osserva Hémous. «Abbiamo anche scoperto che il costo del lavoro non ha alcun effetto sulle innovazioni dei macchinari non automatizzati.» Il progetto ha inoltre rilevato che le industrie manifatturiere più esposte all’automazione registrano una diminuzione dell’occupazione rispetto alle industrie meno esposte all’automazione, mentre in quelle più esposte all’innovazione non automatizzata si registra un aumento relativo dell’occupazione.
Un processo decisionale intelligente
Secondo Hémous, questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni politiche, soprattutto se i decisori desiderano correggere le disuguaglianze legate all’automazione, ad esempio aumentando i salari minimi. «La nostra ricerca dimostra che un aumento del salario minimo comporta un aumento dell’automazione, alimentando proprio la tendenza tecnologica che ha portato a una maggiore disuguaglianza», conclude.