Proteggere i più piccoli abitanti degli oceani
È stato assodato che il batterioplancton riveste un ruolo decisivo nel ciclo globale del carbonio e dello zolfo. Vi sono dunque preoccupazioni che il crescente impatto delle attività umane sull'ambiente possa modificare questo delicato equilibrio, instauratosi nel corso di migliaia d'anni. Si teme, ad esempio, che il mutamento climatico globale possa dare luogo a maggiori livelli d'irraggiamento della superficie degli oceani, tra cui i dannosi ultravioletti (UV). In Spagna, l'Institut de Ciències del Mar (CMIMA) ha coordinato un progetto di ricerca di svariati milioni di euro, chiamato BASICS, per studiare la vulnerabilità delle popolazioni di batterioplancton che vivono nei mari che circondano l'Europa. Il CMIMA ha monitorato la risposta dei batteri monocellulari eterotrofici ai maggiori livelli di UV (ultravioletti) e di PAR (irraggiamento fotosinteticamente attivo). Tecniche speciali, come la citometria a flusso, la riduzione della CTC, la colorazione e MAR-FISH, sono state usate per valutare i cambiamenti nell'attività cellulare e la diversità in tali piccoli organismi. I risultati della ricerca indicano che certe famiglie di batterioplancton sono più sensibili a maggiori livelli d'irradiazione, mentre altre ne sono relativamente immuni. Per esempio, l'attività cellulare di alfaproteobatteri diminuiva dopo l'esposizione all'irradiazione, mentre i gammaproteobatteri non mostravano effetto alcuno. In generale, è stato stabilito che i raggi UV sono un fattore importante che disciplina la salute del batterioplancton. Questo ed altri obiettivi della ricerca BASICS contribuiranno ad una migliore comprensione di questi minuscoli ma importanti abitanti degli oceani.