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Investigation of the molecular pathogenesis and pathophysiology of Disorders of Sex Development (DSD)

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Un approccio traslazionale allo sviluppo sessuale e all’attribuzione del genere

Un consorzio europeo ha applicato strumenti avanzati di genomica biochimica e molecolare ai disordini dello sviluppo sessuale (DSD). Si prevede che tale attività migliorerà la diagnosi di DSD e affronterà urgenti questioni mediche e sociali, come la scelta di terapie e la controversia creazione di un “terzo sesso”.

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I DSD sono un gruppo di problematiche rare che colpiscono l’apparato riproduttivo. Benché non pongano in pericolo la vita, i DSD determinano grande sconcerto tra gli operatori sanitari, le persone colpite e le relative famiglie, con un forte impatto sulla qualità di vita. Il progetto EURODSD (Investigation of the molecular pathogenesis and pathophysiology of disorders of sex development (DSD)), finanziato dall’UE, ha identificato profili biochimici, genetici e funzionali a rilevanza patologica utili a migliorare la diagnosi attuale. L’attenzione si è rivolta a reperire nuovi marcatori, sia nella steroidogenesi che in genetica, per spiegare il decorso naturale di tali disturbi. È stato creato un unico registro di pazienti incentrato sulla sicurezza, che si serve di dati di pazienti pseudoanonimizzati, accompagnato da una piattaforma di comunicazione e dalla condivisione di dati tra centri clinici e ricercatori. Il cosiddetto approccio “ambiente di ricerca virtuale” è stato replicato da vari altri progetti collaborativi su malattie rare. Il DSDGeneChip è stato sviluppato per valutare 36 geni dei quali è noto il coinvolgimento nello sviluppo delle gonadi e nella sintesi e nell’azione degli ormoni. I protocolli concepiti durante lo sviluppo del GeneChip sono applicabili ad approcci di sequenziamento di ultimissima generazione, nell’intento di prendere a bersaglio e sequenziare rapidamente più geni implicati nei DSD. Gli studi epigenetici hanno rivelato differenze molto significative nei pattern di metilazione tra controlli e pazienti con insensibilità agli androgeni, un gruppo di pazienti affetti da DSD in cui l’azione androgenica difettosa ostacola lo sviluppo maschile. Questi risultati indicano verso una notevole influenza degli ormoni sessuali nella metilazione genica e, quindi, nell’espressione genica, le quali definiscono le differenze tra i sessi. Mediante tecniche di cromatografia e spettrometria, gli scienziati di EURODSD sono riusciti a quantificare vari steroidi diversi nel plasma sanguigno e nell’urina. Sono stati definiti intervalli di riferimento per le varie fasce di età per una molteplicità di malattie. È stata evidenziata l’importanza delle tempistiche per una modulazione dell’azione androgenica e la creazione di differenti fenotipi. I metodi sviluppati da EURODSD presentano potenzialità di giungere a una diagnosi più sensibile, precisa, rapida ed efficace dei DSD. Conoscenze più approfondite sullo sviluppo naturale di DSD e l’azione androgena prospettano la possibilità di un miglior processo decisionale nell’attribuzione del genere e negli approcci terapeutici a DSD.

Parole chiave

Sviluppo sessuale, genere, DSD, diagnosi, EURODSD

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