I prodotti di un verme del fegato contrastano il rigetto dei trapianti
Il trapianto di organi o tessuti rappresenta un’importante sfida medica. Normalmente i pazienti si sottopongono a regimi immunosoppressivi permanenti per evitare il rigetto, ma questi sono associati a immunodeficienza generale che aumenta la suscettibilità a malattie infettive e cancro. Comprendere il meccanismo del rigetto immunomediato dei trapianti è fondamentale per progettare interventi specifici contro le risposte allogeniche. Fondamentale per la risposta immunitaria a cellule o tessuti allogenici è la stimolazione delle cellule T da parte delle cellule dendritiche (DC) contro un fenotipo effettore patogenico. Le strategie che bersagliano l’interfaccia tra immunità innata e adattativa alterano la natura della risposta verso un fenotipo più regolatorio. I microrganismi patogeni hanno sviluppato meccanismi specializzati per evadere le risposte immunitarie e sopravvivere all’interno degli ospiti. Studiare questi meccanismi o identificare le molecole coinvolte potrebbe aprire nuove strade nelle procedure di trapianti umani. Sulla base di ciò il progetto TOLEROGENIC PAMPS (Pathogen derived immunomodulatory components as potential mediators of transplant tolerance), finanziato dall’UE, si è concentrato sull’identificazione dei componenti immunomodulatori della Fasciola hepatica, un parassita elmintico che infetta il fegato. L’obiettivo principale era esplorare la possibilità che qualche suo prodotto escretore/secretore (ES) potesse essere utilizzato per regolare le risposte immunitarie post-trapianto. I componenti ES sono stati testati rispetto alla loro capacità di modulare le risposte immunitarie sia innate che adattative in vitro. I ricercatori hanno scoperto che un composto guida induce l’espressione della citochina immunosoppressiva TGF-b dalle DC. Questo presentava anche profondi effetti immunosoppressivi sulle risposte di attivazione sia innate delle DC sia adattative delle cellule T. I composti ES sono stati ulteriormente testati in vivo in un modello collaudato di malattia autoimmune chiamato encefalomielite autoimmune sperimentale. I componenti promettenti derivati dai prodotti ES, con significativa capacità di immunomodulazione in vivo, sono stati analizzati tramite spettrometria di massa per rivelare 13 nuovi peptidi. Poiché la tolleranza all’organo trapiantato (operational tolerance) senza necessità di continua immunosoppressione resta un traguardo da raggiungere, i risultati dello studio rapprensentano un importante passo avanti. Considerata la minore prevalenza di disturbi autoimmuni e allergie nei paesi con infezioni elmintiche endemiche, l’approccio TOLEROGENIC PAMPS ha grandi probabilità di funzionare in ambito clinico. I ricercatori hanno istituito un gruppo indipendente e competitivo di ricerca sull’immunologia translazionale e hanno ottenuto una cattedra presso l’istituzione ospitante. Gli obiettivi di reinserimento e sviluppo professionale in programma per il periodo di reinserimento sono pertanto considerati raggiunti.
Parole chiave
Trapianti, cellule T, cellule dendritiche, Fasciola epatica, TGF-b, immunomodulazione