Prevenire il controllo del cancro sul sistema immunitario
Una caratteristica comune del cancro è la capacità aggirare o evitare le difese del sistema immunitario e un fenomeno ancora più inquietante è costituito dal fatto che questa malattia giunge ad acquisire un vero e proprio controllo del sistema immunitario del malato, che finisce per favorire la crescita del tumore. I macrofagi fanno parte delle difese innate del nostro corpo e sono un obiettivo comune del cancro nella sua difesa dagli attacchi del sistema immunitario. La produzione di citochine e di fattori di crescita da parte dei macrofagi blocca la risposta naturale dell'organismo che si oppone alle cellule tumorali. Il progetto PGD2CRI ("The role of prostaglandin D2 in cancer-associated inflammation"), finanziato dall'UE, ha cercato di identificare i percorsi di segnalazione che vengono attivati dal contatto con le cellule cancerose, per riuscire a comprendere esattamente in che modo le sostanze chimiche prodotte in cascata promuovono lo sviluppo della malattia. Gli scienziati del progetto hanno ideato un mezzo condizionato, incubando macrofagi tratti da cellule ovariche in un mezzo di coltura e sono riusciti a modificare i macrofagi in modo da renderli più suscettibili alla polarizzazione pro-tumorale, bloccando al contempo la loro attività anticancerosa. Analizzando queste variazioni, il team ha scoperto che la perdita di colesterolo della membrana cellulare aveva determinato una riduzione dei cosiddetti "raft lipidici" e che la perdita di microdomini specifici sulla membrana cellulare poteva influire sulla segnalazione, con un corrispondente aumento delle attività pro-tumorali. I raft lipidici risultano ridotti anche nei macrofagi associati ai tumori (TAM). Un altro elemento importante è il percorso di segnalazione P13K, che svolge un ruolo chiave nello sviluppo del cancro alla prostata: i dati sperimentali indicano infatti che l'attività del P13K nelle cellule immunitarie è necessaria perché si verifichino gli effetti del mezzo condizionato sui macrofagi. Il P13K presente nelle cellule immunitarie, inoltre, è necessario per la loro funzione pro-tumorale. L'aspetto interessante è che l'inibizione del P13K potrebbe rivelarsi vantaggiosa per il trattamento della malattia, poiché aumenta il numero dei macrofagi antitumorali. La conoscenza delle cascate e delle interazioni molecolari rappresenta un ambito di ricerca estremamente interessante per la battaglia contro il cancro. Il progetto PGD2CRI è riuscito a gettare nuova luce sul delicato equilibrio tra le cellule cancerose e le condizioni del sistema immunitario.