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Genomic Approach to Study the Role of Bacterioplankton in the Sulfur Cycle

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I batteri e il ciclo dello zolfo

Il progetto GENS ("Genomic approach to study the role of bacterioplankton in the sulfur cycle") ha analizzato il modo in cui i microorganismi marini metabolizzano il gas serra dimetilsulfide (DMS) e il suo precursore dimetilsolfoniopropionato (DMSP). Il materiale genetico raccolto dai campioni ambientali può contribuire a rivoluzionare la nostra comprensione delle fonti di energia microbica.

Gli scienziati del progetto GENS hanno analizzato la componente batterica del plancton per identificare i geni coinvolti nella trasformazione del DMSP in DMS. Il DMS rilasciato dalle acque superficiali oceaniche è la più importante fonte di zolfo per l'atmosfera, dove gioca un ruolo fondamentale nel controllo del clima terrestre attraverso la formazione di aerosol e copertura nuvolosa. I risultati hanno mostrato che il DMSP sostiene gli organismi eterotrofi e impoverisce il transcriptoma (tutte le molecole di RNA) coinvolte nella generazione di energia correlata alla luce da parte dei batteri . L'esame dei pattern di espressione genica hanno indicato che un'ampia gamma di batteri utilizzava il DMSP come fonte di carbonio e zolfo. Diverse comunità di batteri sono state suddivise e sequenziate. Il lavoro è stato svolto nel corso di due periodi dell'anno contrastanti, e ha rivelato due strategie comuni di vita nell'ambiente marino: limitate e versatili con firma citometriaca del flusso del DNA alto o basso rispettivamente. I ricercatori hanno studiato anche il ruolo dei batteri nel ciclo biogeochimico del fosforo e delle fonti di energia complementari. Sono stati confrontati campioni di microrganismi raccolti da laghi montani ad alta quota sui Pirenei con gli studi dei microrganismi marini. La metatranscrittomica ha rivelato che questi laghi ad alta quota erano significativamente limitati per lo zolfo. I risultati hanno rivelato i principali meccanismi utilizzati dai batteri eterotropi per sfruttare l'energia alternativa della luce solare: uno attraversi l'ossidazione del monossido di carbonio, gli altri due implicavano meccanismi fotoeterotrofici che impiegano i pigmenti batterioclorofilla a e proteorodopsina t. Una migliore comprensione del destino del DMSP negli ambienti marini fornirà non solo una conoscenza più approfondita della regolamentazione del clima e delle interazioni tra oceani e atmosfera, ma anche delle dinamiche della rete alimentare microbica e della biogeochimica di carbonio e zolfo.

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