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Genome-based biomarkers leading to validated molecular diagnostic tests for response prediction in breast cancer

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Biomarcatori predittivi per il carcinoma mammario

Alcuni ricercatori europei hanno scoperto nuovi biomarcatori relativi al carcinoma mammario, che contribuiranno a predire la risposta a regimi terapeutici specifici.

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Il carcinoma mammario è il cancro più frequente nelle donne: ogni anno si registra oltre un milione di nuovi casi. Anche se nelle fasi iniziali è curabile, circa il 50 % dei pazienti si presenta alla diagnosi allo stadio II o III. L’introduzione di metodi diagnostici molecolari favorirebbe un approccio terapeutico più personalizzato. Tuttavia, sul mercato esistono pochi test con biomarcatori consolidati, che richiedono una ricerca ad alta intensità di elaborazione rispetto alla scoperta di biomarcatori. Lo scopo primario del progetto RESPONSIFY (Genome-based biomarkers leading to validated molecular diagnostic tests for response prediction in breast cancer), finanziato dall’UE, riguardava l’esecuzione di studi di screening su larga scala per identificare e validare nuovi biomarcatori. Sono stati destinati sforzi notevoli alla scoperta di geni in grado di modulare l’espressione del recettore 2 del fattore di crescita dell’epidermide umano 2 (HER2). L’HER2 è uno dei geni chiave associati allo sviluppo del carcinoma mammario. I ricercatori hanno utilizzato linee cellulari di carcinoma mammario e campioni di pazienti presenti nelle biobanche, per effettuare lo screening dell’intero genoma in relazione a biomarcatori predittivi della risposta e della resistenza alla terapia assistita anti-HER2. Inoltre, hanno valutato marcatori sierici in relazione alla risposta a una terapia anti-angiogenica e alterazioni immunologiche. Questo lavoro ha portato allo sviluppo di un test predittivo immunologico basato su mRNA (“ImmunoPredict”) in grado di monitorare lo stato immunologico nel tessuto del carcinoma mammario. Gli scienziati hanno scoperto che i linfociti infiltranti il tumore sono un elemento indicativo di un ambiente immunologico intratumorale attivo e possono essere in grado di predire una risposta al trattamento anti-HER2. Al contrario, le mutazioni di PIK3CA fungono da marcatore relativo a una risposta ridotta, che indurrebbe a raddoppiare il trattamento anti-HER2. Lo screening relativo a questi due parametri è già stato inserito nelle linee guida tedesche in materia di carcinoma mammario. Altri biomarcatori derivati da approcci di screening di RESPONSIFY sono stati trasferiti a una piattaforma di test basata su RT-PCR, con promettenti risultati che meritano di essere ulteriormente verificati. Nel complesso, i saggi e gli strumenti relativi a una migliore stratificazione dei pazienti non soltanto miglioreranno gli esiti per le pazienti affette da carcinoma mammario, ma forniranno anche vantaggi socio-economici.

Parole chiave

Biomarcatore, carcinoma mammario, HER3, ImmunoPredict, linforciti, PIK3CA

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