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Scaffolds for alternative delivery

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Un trattamento per le malattie infiammatorie intestinali

Le terapie a base di anticorpi hanno rivoluzionato il trattamento di molte malattie, tuttavia è giunto il momento di utilizzare una nuova famiglia di sostanze farmaceutiche che offrono proprietà e stabilità superiori nello stomaco umano.

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Le citochine sono implicate in vari processi biologici, tra cui la differenziazione cellulare, le risposte immunitarie e l’infiammazione, in corrispondenza delle quali i loro livelli risultano irregolari. Gli anticorpi terapeutici sono stati spesso utilizzati con successo per contrastare l’espressione aberrante delle citochine come il TNF-α. Tuttavia, essi sono somministrati in forma iniettabile e ciò rende difficile la compliance da parte dei pazienti. La formulazione orale sarebbe ideale, soprattutto per le malattie localizzate nell’apparato intestinale, come le malattie infiammatorie intestinali (inflammatory bowel disease, IBD). Sfortunatamente, l’ambiente ostile dell’intestino limita la biodisponibilità orale dei normali preparati biologici come gli anticorpi. Le nanofitine sono una nuova classe di ligandi di affinità non anticorpali in grado di legare selettivamente una vasta gamma di obiettivi. Soprattutto, le nanofitine ingegnerizzate mantengono le proprietà biofisiche favorevoli della proteina di tipo naturale Sac7d, in particolare la resistenza alle alte temperature, la stabilità con molti pH e la resistenza al deterioramento nello stomaco, nell’intestino tenue e nell’intestino crasso umani. Il progetto SADEL (Scaffolds for alternative delivery), finanziato dall’UE, si proponeva di sfruttare la tecnologie delle nanofitine per la somministrazione degli anticorpi. Alla base vi è lo scaffold della proteina Sac7d dell’ipertermofilo Sulfolobus acidocaldarius, presente nelle sorgenti di acque acide calde ricche di zolfo. L’ingegnerizzazione dello scaffold di nanofitina tramite sostituzione degli aminoacidi è stata sfruttata al fine di colpire specifiche proteine, secondo il principio “key-lock”. I ricercatori del team SADEL hanno cercato di generare le nanofitine contro il TNF-α, per ridurre l’infiammazione e trattare la colite ulcerosa. Dei numerosi candidati ottenuti, nove sono stati sottoposti a screening di efficacia in un modello di topo della malattia. Due di queste molecole hanno dimostrato un’efficacia simile al normale trattamento utilizzato contro la colite ulcerosa, indicando la loro stabilità nell’ambiente ostile dell’intestino. Un lavoro significativo è stato dedicato alla produzione di massa, all’ottimizzazione della formulazione e all’analisi della farmacocinetica pre-clinica. Nel complesso, la crescente prevalenza dell’ IBD e le esigenze di trattamento non ancora soddisfatte hanno spinto il consorzio SADEL a investire nella tecnologia delle nanofitine. Oltre ad essere efficaci, le nanofitine sono prodotte mediante fermentazione batterica e risultano quindi meno costose degli anticorpi. Soprattutto, la possibilità di somministrazione per via orale permetterà di migliorare il comfort dei pazienti e la compliance del trattamento.

Parole chiave

Malattia infiammatoria intestinale, anticorpi, SADEL, Nanofitina, proteina Sac7d

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