La legge europea sull'uguaglianza limita le libertà economiche?
La legge sull'uguaglianza dell'UE è progettata per supportare la strategia Europa 2020 volta ad aumentare i livelli di occupazione in tutto il continente fino al 75 %. Essa è inoltre progettata per vietare la discriminazione nel mercato del lavoro basata su genere, razza, età e disabilità. Un progetto finanziato dall'UE chiamato EQWIBO ("Equality without borders? The protection of individuals against EU equality laws") afferma che questo obbiettivo può essere raggiunto solo se lavoratori donna, giovani e anziani partecipano maggiormente al mercato del lavoro. Tuttavia, la legge sull'uguaglianza dell'UE potrebbe svilupparsi troppo velocemente e non è stata valutata a sufficienza dai responsabili delle politiche. In effetti, la legge può vietare ai responsabili del processo decisionale di compiere delle scelte strategiche, come ad esempio avere una politica di assunzioni concentrata sui giovani. La legge sull'uguaglianza è stata criticata per questo punto, che può essere spiegato dal modo in cui la legge si è sviluppata. La legge sull'uguaglianza dell'UE è stata potenziata dalla risoluzione di vertenze tra parti private da parte della Corte di giustizia europea. Le decisioni non fornirono chiare spiegazioni per il loro approccio, portando a incertezza. Alcuni aspetti intrinseci della legge sull'uguaglianza dell'UE rendono il suo impatto sulle parti private particolarmente evidente. In particolare, la legge sull'uguaglianza dell'UE inizialmente intendeva obbligare la parti pubbliche, ma si è sviluppata fino ad avere effetti sulle pratiche dei datori di lavoro nella sfera sociale e privata. La proprietà trasformativa della legge sull'uguaglianza dell'UE si svilupperà insieme all'integrazione dell'UE. Di conseguenza la legge sull'uguaglianza dell'UE deve essere ulteriormente esaminata per ridurre al minimo qualsiasi effetto negativo derivante dalla sua rapida espansione.