Piccole particelle di grande impatto
Le particelle possono essere funzionalizzate in numerosi modi, per applicazioni virtualmente illimitate. Le modifiche possono aumentarne la biocompatibilità, la capacità di essere riconosciute e legate dalle molecole biologiche di destinazione, la fluorescenza o la capacità di somministrare medicinali. Tutte queste funzionalità, inoltre, possono essere combinate tra loro. Gli scienziati finanziati dall'UE hanno condotto studi approfonditi sulle molte caratteristiche offerte dalle nanoparticelle per la biomedicina grazie al progetto NANOMEDICINE/IMAGING ("Nanoparticle development for molecular imaging and drug delivery"). In particolare, l'attenzione era puntata sull'imaging molecolare, la rilevazione del funzionamento cerebrale, l'erogazione dei farmaci, la rilevazione o l'inibizione dei virus. Lo sviluppo di nuovi ligandi linker e l'utilizzo di particelle magnetiche ha permesso di ottenere cluster di nanoparticelle e ora il team si sta dedicando alle tecniche di ottimizzazione e ai nuclei magnetici, per ottenere cluster sufficientemente piccoli e stabili per poter essere utilizzati nell'imaging molecolare. L'uso di proteine fluorescenti anziché nanoparticelle per rilevare le interazioni tra le proteine di segnalazione nel cervello ha dato forte impulso alla scoperta scientifica. Gli studi precedenti utilizzavano livelli e forme di rame maggiori e meno efficaci. Il consorzio ha dimostrato cambiamenti molto diversi della localizzazione di una proteina presente sulla superficie delle cellule, il cui ripiegamento errato è responsabile della malattia di Creutzfeldt-Jakob, una rara patologia degenerativa del cervello, incurabile e mortale. La glicosilazione, cioè l'aggiunta di carboidrati o zuccheri, è ampiamente diffusa in natura per funzionalizzare le molecole per il riconoscimento e la segnalazione cellulare. I ricercatori stanno sfruttando in due modi le nanoparticelle funzionalizzate con carboidrati in superficie. Combinate con una molecola linker foto-divisibile (la molecola viene rilasciata o divisa dall'esposizione alla luce), le nanoparticelle possono essere utilizzate per la somministrazione dei farmaci. Il lavoro è attualmente in corso. La ricerca per lo sviluppo di nanoparticelle glicosilate per la rilevazione e l'inibizione dei virus ha mostrato una differenza nell'attività delle versioni rivestite di glucosio rispetto a quelle rivestite di galattosio. Il progetto biennale NANOMEDICINE/IMAGING ha registrato notevoli progressi nello sviluppo e nell'applicazione di nanoparticelle funzionalizzate. Il settore è in rapida crescita e l'UE sta svolgendo un ruolo importante, assicurando una posizione competitiva in questo enorme mercato globale.