Monitorare l’inquinamento da petrolio con la metabolomica
La metabolomica è un eccitante nuovo campo della ricerca che studia i cambiamenti nei processi chimici che coinvolgono i metaboliti all’interno degli organismi come conseguenza dei normali processi fisiologici. Questi cambiamenti possono essere dovuti all’inizio di una malattia o all’esposizione a inquinanti ambientali o altri fattori di stress. Il progetto METOIL (“Metabolomics of tidal organisms to indicate oil pollution”) ha studiato l’utilizzo dei metaboliti per determinare l’effetto dell’inquinamento ambientale causato dal petrolio. L’impatto dei metaboliti degli idrocarburi sui policheti (un tipo di verme marino) è stato analizzato per determinare se potevano essere utilizzati come indicatori dell’inquinamento. METOIL è stata un’iniziativa altamente interdisciplinare, che ha coinvolto chimica analitica, metabolomica ambientale, rischio ecotossicologico e chemiometria. I ricercatori hanno valutato diverse tecniche analitiche per riuscire a essere in grado di distinguere tra esemplari che erano stati esposti al petrolio greggio e quelli che non lo erano stati. Sono state usate delle tecniche di pre-elaborazione dei dati e tecniche chemiometriche avanzate per determinare in che modo i metaboliti erano colpiti dall’inquinamento. Dei campioni di tessuti sono stati estratti e usati per valutare il rischio tossicologico e gli impatti ambientali causati dai composti policiclici aromatici e da altri idrocarburi. I risultati del progetto hanno mostrato che era possibile identificare i metaboliti coinvolti nello stress chimico derivante da inquinamento da petrolio, che comprendevano aminoacidi, carboidrati e acidi grassi. Tuttavia, allo scopo di ottenere una comprensione completa del modo in cui i policheti marini rispondono all’inquinamento da petrolio sono necessarie ulteriori ricerche. METOIL è stato usato per monitorare l’impatto ambientale continuo di una grossa fuoriuscita di olio combustibile per navi a Bredemade Hage in Danimarca. L’area venne contaminata nel 2001 quando la petroliera Baltic Carrier entrò in collisione con un’altra nave e 2 700 tonnellate di olio combustibile per navi finirono in mare. Le tecniche sviluppate mediante METOIL possono quindi essere usate per monitorare altre aree colpite da fuoriuscite di petrolio. Esse sono inoltre particolarmente utili per monitorare le aree intertidali, che sono necessarie per la produzione di prodotti ittici per il consumo umano.