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CHD1 Deletion: Implications to Outcome and Treatment in Prostate Cancer

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La delezione di CHD1 nel cancro della prostata: impatto biologico e implicazioni per il trattamento anticancro

Studi recenti di sequenziamento del DNA hanno aiutato a sviluppare una classificazione molecolare del cancro della prostata, ma le implicazioni biologiche e cliniche della maggior parte delle alterazioni genomiche sono ancora poco chiare. Uno studio europeo ha ora studiato a fondo il modo in cui la delezione del gene CHD1 potrebbe influenzare l’esito della malattia e la risposta alla terapia.

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Il cancro della prostata è spesso caratterizzato da complessi riarrangiamenti genomici e i tumori con delezioni di CHD1 (proteina 1 che lega il DNA dell’elicasi a cromodominio) hanno un numero particolarmente elevato di queste alterazioni genomiche. Sebbene sempre più prove scientifiche suggeriscano che CHD1 potrebbe agire da oncosoppressore, il suo ruolo preciso nella progressione del cancro della prostata e l’impatto sulla stabilità del genoma è completamente sconosciuto. Sulla base di ciò gli scienziati del progetto CDELP (CHD1 deletion: Implications to outcome and treatment in prostate cancer), finanziato dall’UE, auspicavano di studiare il ruolo meccanicistico di CHD1 nella riparazione delle rotture a doppio filamento (double strand break, DSB) del DNA. Hanno introdotto la delezione del gene CHD1 nelle cellule di cancro della prostata e hanno dimostrato che ciò comprometteva la riparazione senza errori delle DSB. Questa scoperta suggeriva che il cancro della prostata con delezione di CHD1 potrebbe beneficiare della terapia per il danno del DNA. Gli scienziati hanno convalidato questa ipotesi in vari modelli inclusi organoidi derivati da pazienti e un paziente con delezione di CHD1 che mostrava crescente sensibilità ai farmaci per il danno del DNA. Per analizzare se lo stato di CHD1 poteva prevedere l’esito della malattia o la risposta alle terapie attualmente approvate hanno valutato l’espressione di CHD1 e lo stato del numero di copie in campioni associati ai pazienti di cancro della prostata non ancora sottoposto a terapia ormonale e cancro della prostata metastatico resistente alla castrazione chimica (mCRPC) e hanno correlato l’espressione ai dati clinici. I dati preliminari suggeriscono che i tumori privi di espressione di CHD1 rispondono meglio alla terapia standard inclusi taxani e abiraterone. I risultati mostravano inoltre che l’espressione di CHD1 potrebbe essere rilevante per la progressione del cancro della prostata. I pazienti con un livello di espressione di CHD1 più elevato sembrano avere sopravvivenza più breve dal momento della diagnosi. In generale CDELP ha dimostrato che un’elevata espressione di CHD1 piuttosto che la perdita di CHD1 è associata a un cancro della prostata più aggressivo. Questi dati sono a favore della valutazione del valore predittivo e prognostico della delezione di CHD1 come biomarcatore in future sperimentazioni cliniche. In particolare il gruppo studierà ora se i tumori con delezione di CHD1 siano più sensibili alla terapia del danno del DNA dal momento che il coinvolgimento di CHD1 nella riparazione delle DSB suggerisce che i tumori con delezioni di CHD1 potrebbero in futuro essere bersagliabili con maggior precisione utilizzando farmaci anticancro già approvati.

Parole chiave

Cancro della prostata, CHD1, CDELP, rottura a doppio filamento, riparazione DSB

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