Skip to main content
Vai all'homepage della Commissione europea (si apre in una nuova finestra)
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
Contenuto archiviato il 2024-06-18
Drug Discovery and Development for Novel Eye Therapeutics

Article Category

Article available in the following languages:

Nuove terapie oculari per aiutare a combattere la cecità

Il progetto 3D-NET, finanziato dall’UE, ha creato una nuova rete europea di industriali e academici per lo scambio di conoscenze, persone ed esperienze tra i partner, allo scopo di favorire la scoperta e lo sviluppo di farmaci contro la cecità.

Concentrandosi sulla formazione ed espansione di un totale di ben 27 giovani ricercatori borsisti Marie-Currie, il progetto 3D-NET (Drug Discovery and Development for Novel Eye Therapeutics) aveva anche l’obiettivo di ricerca specifico di scoprire e sviluppare ulteriormente farmaci per le patologie oculari, in particolare la permeabilità vascolare della retina, la crescita vascolare indesiderata, l’infiammazione e la degenerazione cellulare. “I borsisti MSCA impegnati nel progetto hanno acquisito esperienze intersettoriali, che per alcuni hanno accelerato la transizione professionale verso l’industria, mentre ad altri hanno dato la fiducia di tornare nel mondo accademico per ampliare le capacità di ricerca,” ha commentato il coordinatore del progetto, il prof. Breandán Kennedy dell’ University College Dublin (UCD). “Di conseguenza, sia i partner accademici che quelli industriali hanno finito per apprezzare le loro diverse priorità, strategie e approcci gestionali, e hanno imparato a collaborare in modo efficace.” E sono stati effettivamente efficaci – scientificamente, sono stati testati circa 2 500 farmaci per la loro efficacia come potenziali farmaci oftalmici, sia in vivo che in vitro. Come risultato di questi test approfonditi, due farmaci sono adesso in fase di sviluppo preclinico ed è stato sviluppato un nuovo modello di roditore RVP-CysLT-indotto. 3D-NET ha anche esaminato che LY294002, un inibitore della PI3-Kinase, quando viene combinato con inibitori dello stesso pathway di segnalazione, era persino più sicuro ed efficiente per trattare la neovascolarizzazione oculare nei modelli di pesce zebra. “I nostri finanziamenti dell’UE attraverso 3D-NET hanno anche permesso lo sviluppo ulteriore del Quininib, un farmaco ora brevettato scoperto in studi precedenti qui all’UCD,” spiega Kennedy. “Tramite 3D-NET sono stati compiuti passi importanti per l’ulteriore sviluppo di questo farmaco, che rappresenta una strategia terapeutica alternativa per combattere la resistenza associata alle terapie antiangiogeniche tradizionali.” Il progetto è stato anche estremamente attivo nella diffusione dei suoi risultati e attività. “Abbiamo pubblicato tre articoli scientifici in riviste sottoposte a revisione paritaria e altri quattro manoscritti sono attualmente in fase di preparazione,” dice Kennedy. “Abbiamo anche organizzato tre workshop internazionali con oltre 130 partecipanti e abbiamo preso parte a oltre 20 attività di divulgazione specifica, molte delle quali con un focus didattico, tra cui l’organizzazione di scuole estive all’UCD e anche visite nelle scuole per coinvolgere le generazioni più giovani. Una delle nostre priorità era di trasmettere al pubblico non solo l’importanza della ricerca scientifica correlata alla cecità, ma anche il suo valore in termini di progresso sociale e miglioramento degli standard di vita dei pazienti.” Benché 3D-NET abbia affrontato notevoli sfide amministrative, come molti progetti multilaterali, Kennedy afferma che in generale il progetto è stato un grande successo. “È sempre stato stimolante e ci rendeva orgogliosi il fatto che i nostri workshop e incontri generali si trasformavano in ‘melting pot’, dove amministratori delegati dell’industria, studenti di dottorato, tecnici non accademici, prestigiosi consulenti medici e docenti universitari discutevano tra loro davvero alla pari.” Con la cecità che colpisce fino a 30 milioni di persone in Europa, l’elemento umano del progetto è sempre stato al centro. “Abbiamo invitato i pazienti a esprimere il loro punto di vista durante le nostre conferenze e workshop,” spiega Kennedy. “Uno di questi pazienti era Nuno, un uomo quarantenne del Portogallo che aveva perso la vista in seguito a un incidente e che aveva riacquistato l’80 % della sua vista grazie al nuovo trattamento della cornea sviluppato da uno dei partner di 3D-NET. Anche se l'intervento chirurgico non era direttamente correlato alla ricerca di 3D-NET, Nuno è sicuramente stato una delle ‘forze motrici’ del nostro progetto!”

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione

Il mio fascicolo 0 0