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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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Proposte sul 7PQ: il relatore del Parlamento europeo promette di lottare per la soluzione migliore

Il relatore del Parlamento europeo sulle proposte sul Settimo programma quadro (7PQ) ha ammesso che sarà arduo approdare ad una decisione tempestiva in materia fintantoché continuerà a regnare l'incertezza sulle prospettive finanziarie della UE per il periodo 2007-2013. L'eu...

Il relatore del Parlamento europeo sulle proposte sul Settimo programma quadro (7PQ) ha ammesso che sarà arduo approdare ad una decisione tempestiva in materia fintantoché continuerà a regnare l'incertezza sulle prospettive finanziarie della UE per il periodo 2007-2013. L'eurodeputato ed ex primo ministro polacco Jerzy Buzek ha commentato le proposte sul 7PQ e il processo politico attualmente in corso, che ne dovrà determinare l'approvazione, in un intervista concessa al Notiziario CORDIS il 1° giugno. Alla domanda se l'eventuale riduzione del bilancio prevista dalle prospettive finanziarie debba necessariamente comportare per il 7PQ una riduzione dei fondi, o se questi si possano recuperare da altri settori di spesa UE, Buzek ha replicato: "Sarà molto difficile mantenere il bilancio del 7PQ se le proposte relative alle prospettive finanziarie saranno respinte". Ciononostante, Buzek sta ancora lavorando basandosi sulle cifre proposte dalla Commissione, preferendo non accordare troppa importanza, in questa fase, alle soluzioni di compromesso come quella suggerita della Presidenza lussemburghese di ridurre il bilancio del 30 per cento. "Vogliamo tuttora ottenere stanziamenti maggiori rispetto a quelli prospettati dalla Presidenza lussemburghese", ha dichiarato. "Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di Lisbona non è proprio opportuno iniziare la seconda metà della procedura con compromessi sulla spesa per la ricerca". Richiamando un tema ricorrente alla Commissione, Buzek ha rilevato che esistono altri attori e programmi in ambito europeo che possono offrire un contributo simile a quello del programma quadro, se non addirittura maggiore, agli investimenti per la ricerca in Europa. Cita i bilanci nazionali degli Stati membri, i Fondi strutturali, il settore privato e le autorità regionali, indicandoli come i quattro esempi più evidenti. Ritornando al 7PQ, il Notiziario CORDIS ha chiesto a Buzek quali ambiti delle proposte susciteranno, a suo parere, un dibattito più acceso al Parlamento. Buzek ha segnalato i consueti dibattiti sulla partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) ai programmi quadro e su come incentivare l'attività innovativa della ricerca finanziata dalla UE, i due temi che secondo Buzek continueranno ad essere determinanti per il 7PQ. Per quanto riguarda il dibattito sul futuro ruolo del CCR, Buzek ha affermato: "In questo contesto è necessario porre l'accento sulla funzione d'importanza cruciale svolta dal Centro comune di ricerca (CCR) quale istituzione comunitaria unica nel suo genere in grado di fornire assistenza scientifica ai responsabili politici dell'UE". In effetti, la questione forse più impegnativa sul futuro programma quadro, secondo Buzek, è rappresentata dall'esigenza di ridurre la burocrazia e semplificare le regole di partecipazione. In questo senso è necessario al tempo stesso incoraggiare la partecipazione degli enti di ricerca di ogni tipo e dimensione e vigilare su un eventuale uso illecito dei fondi comunitari. Buzek concorda con la Commissione nel ritenere che l'introduzione di una procedura di presentazione articolata in due fasi potrebbe semplificare notevolmente l'invio delle candidature, e anche un più ampio utilizzo della presentazione per via elettronica costituirebbe un passo avanti. "Gli eurodeputati sollecitano da molti anni una semplificazione del programma quadro", sostiene Buzek. "La questione riveste una particolare importanza in questo momento, visto che si prevede di introdurre nel programma un elemento 'Idee' in collaborazione con il Consiglio europeo della ricerca. Nell'ambito della ricerca di base è difficilissimo fare progetti con tre o quattro anni di anticipo, vista l'esito imprevedibile dell'attività". Ciononostante, Buzek è consapevole che qualsiasi soluzione attuabile si individui, questa dovrà garantire un equilibrio estremamente delicato, e anche se qualcuno insisterà per una profonda revisione delle regole l'eurodeputato ammonisce: "Dobbiamo stare attenti a non procedere troppo velocemente con i progetti volti alla semplificazione". Poiché l'intervistato è un rappresentante di uno dei nuovi Stati membri della UE, il Notiziario CORDIS ha chiesto all'ex Primo Ministro polacco se ritiene che le proposte della Commissione soddisfino le esigenze delle nuove nazioni della UE. Buzek ha replicato affermando che è importante incoraggiare gli enti di tutte le dimensioni e di tutte le regioni europee a partecipare ai progetti di ricerca della UE, dicendosi convinto che il desiderio della Commissione di ridurre l'enfasi posta sulle maggiori reti e sui progetti integrati favorirà questo aspetto. Alla domanda se sia d'accordo che l'eccellenza scientifica dovrebbe costituire l'unico criterio per la selezione dei progetti, anche se in questo modo i finanziamenti potrebbero confluire in maniera più consistente verso le istituzioni più grandi e già dotate di fondi cospicui, Buzek ha replicato: "La partecipazione delle istituzioni scientifiche principali è essenziale per i programmi quadro, ma è allo stesso modo necessario prevedere la presenza di iniziative più piccole che coinvolgono gli attori e le regioni minori". Nella realizzazione di un vero Spazio europeo della ricerca (SER), ha aggiunto, è essenziale costruire le capacità nelle regioni di convergenza poiché tra cinque, otto o dieci anni, è auspicabile, diventeranno esse stesse centri di eccellenza scientifica. Alla domanda su come la procedura di adozione di una posizione comune stia avanzando in Parlamento, Buzek ha rivelato di aver fissato una serie ambiziosa di scadenze per approdare a una decisione. "Abbiamo iniziato con il pieno di energia", ha affermato. "Vogliamo disporre di una prima lettura a dicembre, con due mesi di anticipo rispetto al calendario adottato per il 6PQ; saranno poi necessari altri cinque mesi per completare l'opera". Queste scadenze sono tuttavia condizionate da una rapida decisione sulle prospettive finanziarie, evento che Buzek ammette possa essere improbabile. L'interesse dimostrato dal Parlamento per le proposte sul 7PQ è stato notevole, e ciò sembra confermare che la ricerca ha preso quota nell'agenda politica durante gli ultimi mesi. Buzek ha annunciato che sei o sette commissioni parlamentari hanno già richiesto di poter fornire un parere sulle proposte e prevede che se ne possano aggiungere altre. Infine, l'interrogativo cruciale: pensa che sarà in grado di garantire la soluzione migliore per le proposte e per il futuro della ricerca comunitaria? Forse è la sua notevole esperienza politica che gli impedisce di rispondere affermativamente, forse il motivo è un altro. Buzek comunque promette: "Ho intenzione di lottare con tutte le forze".

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