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Contenuto archiviato il 2023-03-01

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Consigli dei redattori ai progetti di ricerca riguardo all'approccio migliore alla stampa economica

La recente conferenza "Communicating European Research 2005" ha offerto due giustificazioni alla volontà di accrescere gli sforzi della comunicazione scientifica rivolta a un pubblico più ampio: innanzitutto, vi è la responsabilità di informare i contribuenti su come viene spe...

La recente conferenza "Communicating European Research 2005" ha offerto due giustificazioni alla volontà di accrescere gli sforzi della comunicazione scientifica rivolta a un pubblico più ampio: innanzitutto, vi è la responsabilità di informare i contribuenti su come viene speso il denaro per la ricerca finanziata con fondi pubblici (e forse ottenerne l'appoggio per nuove e più ampie iniziative di ricerca); in secondo luogo, la comunicazione ha un ruolo da svolgere nell'immissione sul mercato di nuove tecnologie. In ragione della sfida europea di trasformare i risultati delle attività di ricerca in risultati commerciali positivi, proprio il secondo punto è stato il tema di una sessione della conferenza organizzata da CORDIS nell'ambito del programma CER 2005. La stampa specialistica aziendale mira a raggiungere direttori e dirigenti di imprese che potrebbero essere interessate a raccogliere i risultati delle attività di ricerca dei progetti europei per utilizzarli in prodotti e servizi commerciali. Un gruppo di redattori di riviste economiche di tutta Europa ha saputo offrire consulenza diretta e rispondere alle domande del pubblico su come raggiungere nel modo migliore questo particolare settore dei mezzi di comunicazione. Marta Ribele, redattrice di "Dienas Bizness", quotidiano economico della Lettonia, ha iniziato affrontando alcune ragioni per cui l'informazione scientifica non ha sulla stampa un più alto profilo. A suo dire, la causa principale è da imputare alla mancanza di un'adeguata presentazione delle informazioni ai giornalisti, dovuta almeno in parte alla cultura scientifica stessa, raramente orientata alle imprese. La Ribele ha osservato che i mezzi di comunicazione, per loro natura, sono interessati soprattutto a storie basate su persone o denaro, e occorre dunque tenerne conto quando si decide se l'informazione sulla ricerca è presentata in modo interessante. I giornalisti erano ampiamente d'accordo su come superare tali barriere. Michaela Stipsits, caporedattore di "Business People", supplemento del quotidiano economico austriaco "Wirtschaftsblatt", ha sottolineato l'importanza di flessibilità e creatività nell'individuare le opportunità di tradurre storie di scienza in storie di economia. Argomenti di attualità, quali l'influenza aviaria, possono aumentare l'interesse commerciale in aree di ricerca, come ad esempio i vaccini, mentre le rassegne o anticipazioni di fine anno offrono l'opportunità di descrivere prospettive tecnologiche e presentare nuovi sviluppi. I redattori invitati hanno anche dato consigli pratici su come trattare direttamente con i giornalisti. Un buon approccio, condiviso dalla maggioranza del gruppo, è quello di presentarsi inizialmente tramite e-mail, cui far seguire un contatto telefonico educato ma conciso e puntuale, senza tuttavia cercare di dilungarsi quando il tempo è limitato, hanno concordato tutti. Se si riesce a conquistare l'attenzione del redattore, l'intervista anche telefonica potrebbe essere seguita da una sintesi di una pagina che chiarisca e riassuma i punti principali da non tralasciare. Fornire un recapito, quali numero di telefono e indirizzo Internet, permette al giornalista di andare alla ricerca di informazioni secondo il proprio ritmo. Marta Ribele ha sorpreso una parte del pubblico suggerendo che un approccio proattivo per essere captati dal radar di un giornalista può persino contemplare un secondo invio delle informazioni se si è sicuri che queste sono davvero interessanti. Di norma, suggerimenti per servizi, articoli o supplementi sono ben accetti, ha concordato Michaela Stipsits. Tutti i redattori presenti hanno convenuto sull'importanza di mettersi nella posizione del giornalista, soprattutto con l'avvicinarsi delle scadenze. Valutare accuratamente le pubblicazioni a cui si punta è un primo passo importante nel decidere come vendere la storia. Anche in questo caso la flessibilità è fondamentale, e se una rivista non è per il momento interessata all'ultima novità biotecnologica, il fatto che tale ricerca abbia ricevuto o stia cercando finanziamenti alle innovazioni potrebbe essere più adatto per un articolo sul capitale di rischio, ad esempio. Si possono anche coltivare i contatti con la stampa, suggerisce Michaela Stipsits, mostrandosi disponibili nel rispondere alle telefonate e alle domande dei giornalisti in cerca di un parere scientifico in merito a un'altra notizia. Giornalisti e redattori basano le proprie decisioni sugli argomenti che interesseranno il pubblico, attenti alla necessità di attirare l'attenzione dei lettori quel tanto da persuaderli a sedersi e leggere l'articolo. Se da una parte ciò rende più impegnativa la pubblicazione, il maggiore impatto è certamente un terreno su cui - hanno concordato i partecipanti - le tradizionali pubblicazioni cartacee hanno ancora un vantaggio sui mezzi di comunicazione via Internet. Luisa Minoli, che rappresentava "Innovare", la rivista dell'associazione italiana delle PMI, ha affrontato alcune questioni specifiche sul modo di raggiungere le aziende più piccole, un pubblico essenziale per la trasformazione della ricerca in innovazione. Ha posto l'accento sulla diversità dei mezzi di comunicazione rivolti alle imprese, sottolineando che a molte riviste specialistiche che contattano i dirigenti delle PMI interessa lavorare a stretto contatto con i ricercatori per presentare al pubblico informazioni e ragguagli sull'applicazione e i vantaggi delle nuove tecnologie. Uno dei consigli pratici emersi dalla discussione è che i ricercatori o i coordinatori dovrebbero aderire alle agenzie di diffusione stampa di carattere aziendale, che, disponendo già di una lista di distribuzione alle maggiori riviste economiche, avranno già svolto gran parte del lavoro necessario a far arrivare il comunicato stampa al giornalista giusto. Considerando approcci a lungo termine, numerosi partecipanti concordano riguardo al suggerimento formulato da Luisa Minoli di un più stretto partenariato fra imprese, università, associazioni commerciali e canali di informazione. La pratica di incorporazione dei giornalisti, autorizzati a trascorrere lunghi periodi nei laboratori o fra i ricercatori al lavoro, era un approccio sperimentale che molti hanno ritenuto in grado di apportare miglioramenti in futuro allo spazio dedicato alla scienza sui mezzi di comunicazione.

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