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La commissione ITRE chiede di rinominare l'IET

Secondo la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento europeo, il proposto Istituto europeo di tecnologia (IET) dovrebbe essere rinominato in modo da includere e riflettere il suo obiettivo primario, ossia «l'innovazione». Gli eurodeputati che fa...

Secondo la commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento europeo, il proposto Istituto europeo di tecnologia (IET) dovrebbe essere rinominato in modo da includere e riflettere il suo obiettivo primario, ossia «l'innovazione». Gli eurodeputati che fanno parte della commissione hanno anche affermato che l'Istituto deve essere creato soltanto dopo una fase pilota per verificarne la fattibilità e dopo lo svolgimento di ulteriori discussioni sulla struttura di finanziamento dell'IET. L'idea di istituire un IET ha ricevuto forte sostegno da parte della commissione ITRE, che il 9 luglio ha adottato una relazione in prima lettura successiva a un accordo raggiunto in giugno dal Consiglio «Competitività» su un «orientamento generale» riguardo al progetto di regolamento che istituisce l'IET. Al pari del Consiglio, gli eurodeputati hanno stabilito che era necessario perfezionare alcuni aspetti della proposta relativa all'IET. Il primo riguarda la denominazione dell'Istituto, che a giudizio degli eurodeputati non riflette in misura sufficiente la sua missione principale, ossia l'innovazione. Hanno pertanto deciso di rinominare l'IET «Istituto europeo d'innovazione e di tecnologia». «L'innovazione è il tallone d'Achille dell'Europa. Il nostro principale obiettivo deve essere aumentare la capacità di innovazione. In Europa serve più innovazione per restare competitivi a livello mondiale in futuro e garantire la crescita dell'occupazione. L'IET potrebbe aiutarci a conseguire tale obiettivo, ha detto Reino Paasilinna, eurodeputato finlandese e relatore. Riguardo alla struttura dell'IET, i membri della commissione hanno approvato l'idea di istituire due o tre Comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI), che si occuperanno delle priorità dell'UE dell'energia rinnovabile e dei cambiamenti climatici. Un emendamento alla proposta fa riferimento a questa fase della creazione dell'IET come la «fase pilota». Gli eurodeputati hanno anche incluso nella proposta il concetto di Agenda strategica per l'innovazione (ASI). L'ASI individuerebbe gli ambiti strategici a lungo termine dell'attività dell'IET «nei settori che possono presentare un interesse essenziale per l'economia e la società europee e possono apportare il miglior valore aggiunto a lungo termine in materia d'innovazione». L'IET potrebbe selezionare altre CCI dopo l'adozione della prima ASI, che secondo gli eurodeputati dovrebbe essere pronta per il 2011 al massimo, e in seguito ogni sette anni. In merito alla struttura delle CCI, la commissione ha sottolineato la necessità di un'autonomia giuridica di queste Comunità rispetto all'IET in modo che siano libere di definire la propria organizzazione interna e i rispettivi metodi di lavoro. Gli eurodeputati hanno tuttavia valutato attentamente quale dovrebbe essere la composizione delle CCI, ognuna delle quali dovrebbe essere costituita da almeno tre organizzazioni partner, situate in almeno due diversi Stati partecipanti e dovrebbe includere almeno un istituto di istruzione superiore e un'impresa privata. Infine, per il finanziamento dell'IET gli eurodeputati hanno convenuto con la Commissione che la cifra di 308,7 Mio EUR dovrebbe essere attinta dal del bilancio comunitario, aspetto soggetto all'accordo dell'autorità di bilancio (parlamento e Consiglio). Gli europarlamentari hanno inoltre proposto alcune fonti aggiuntive di finanziamento, fra cui i fondi non spesi che verrebbero altrimenti restituiti agli Stati membri, o prestiti e contributi della Banca europea per gli investimenti (BEI). Gli eurodeputati hanno tuttavia espresso preoccupazione riguardo alla proposta della Commissione di finanziare l'IET in parte attraverso strumenti quali il programma quadro di ricerca, il programma per la competitività e l'innovazione o il programma per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Hanno sottolineato che il finanziamento delle CCI non deve mettere in discussione il finanziamento di progetti di ricerca. Inoltre, i fondi provenienti da questi programmi non devono finanziarie i costi di creazione e gestione direttamente associati all'IET o alle CCI, ma la mobilità dei ricercatori o i programmi di ricerca. «Mi auguro che la Commissione e il Consiglio propongano quanto prima una soluzione per il bilancio. Il Consiglio ha già espresso la volontà di istituire l'IET, ma, prima di poter adottare la proposta in Parlamento, dobbiamo garantire che venga stabilito con certezza il criterio di finanziamento», ha detto Reino Paasilinna.

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