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Una nuova piattaforma di social media accende la passione per il patrimonio culturale

Sfruttando il potere dei social media, PLUGGY intende promuovere e proteggere il patrimonio culturale europeo.

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Secondo il progetto PLUGGY, finanziato dall’UE, il patrimonio culturale europeo non deve essere relegato nei musei e nei libri, ma deve essere tangibile e disponibile, in modo che i cittadini possano interagire direttamente con esso e persino contribuire a trasformarlo. Questo è il motivo che ha portato allo sviluppo di PLUGGY, che sta diventando la prima piattaforma di socializzazione in rete europea completamente dedicata al patrimonio culturale. «Si riscontra una carenza generale di strumenti tecnologici per promuovere le tradizioni locali, i costumi e la storia a una platea più vasta, europea o persino globale», afferma Angelos Amditis, direttore dell’Istituto di comunicazione e sistemi informatici (ICCS, Institute of Communication and Computer Systems) e coordinatore del progetto PLUGGY. «Per “colmare” questo divario, il progetto si è avvalso dei social media al fine di contribuire ad agevolare la condivisione di esperienze personalizzate con il patrimonio culturale locale e la sua conoscenza».

Curatori, influencer e promotori

Data la popolarità e l’ubiquità dei social media, i ricercatori del progetto hanno deciso di sfruttare questo mezzo per coinvolgere direttamente le persone. Per conseguire questo obiettivo, il progetto ha sviluppato soluzioni open source che i programmatori possono utilizzare per creare una gamma di applicazioni social. Attualmente, queste includono: PLUGGY3D Suite (per creare esperienze di realtà aumentata), PLUGGY Pins (per creare percorsi guidati), Games Hunter (per creare giochi interattivi) e PlugSonic Suite (per creare paesaggi sonori). «Il progetto PLUGGY mette i cittadini europei e, in particolare, i programmatori nelle condizioni di partecipare attivamente al proprio patrimonio culturale, non solo come osservatori, ma anche come curatori, influencer e promotori», aggiunge Amditis. «La combinazione di tradizione e tecnologia di PLUGGY è centrale affinché questo patrimonio si mantenga vivo per le generazioni future». Favorendo il racconto di storie importanti legate al patrimonio culturale tramite crowdsourcing, PLUGGY ha gettato le basi per realizzare esposizioni virtuali e musei virtuali interattivi su argomenti specifici del patrimonio culturale. «I cittadini, i gruppi sociali e culturali, le aziende, i musei e i governi potranno utilizzare la piattaforma PLUGGY per condividere l’amore per la cultura locale in un modo divertente e piacevole», spiega Amditis.

Prendere piede e diventare internazionali

La piattaforma è disponibile in versione beta in diverse lingue e i ricercatori del progetto sono impegnati a lavorare per ampliare e migliorare l’esperienza PLUGGY. «Abbiamo concepito questa piattaforma per soddisfare le esigenze dei suoi utilizzatori, quindi supportare i programmatori con applicazioni e funzioni aggiuntive rimane una priorità», afferma Amditis. «Il consorzio inoltre è impegnato ad arricchire ulteriormente la piattaforma con nuove storie e a spingere i nostri network e contatti a fare altrettanto». PLUGGY ha così attirato molta attenzione e anche il suo pubblico su Facebook è cresciuto notevolmente, così come il numero di singole storie sulla piattaforma. In particolare, l’applicazione Games Hunter è ora disponibile in commercio in Italia, mentre l’app PLUGGY Pins viene ora usata per creare percorsi guidati in autonomia e la PlugSonic Suite si è rivelata preziosissima al fine di creare esperienze audio uniche per le persone ipovedenti e non vedenti. Infine, PLUGGY3D è ancora in evoluzione e le sue funzionalità aumentano di giorno in giorno. Anche se originariamente rivolto al mercato europeo, Amditis aggiunge che il progetto persegue un obiettivo ulteriore: «Crediamo che PLUGGY abbia il potenziale per diventare una piattaforma globale. Grazie alla condivisione di culture e di costumi, speriamo di avvicinare tra loro le persone in tutto il mondo».

Parole chiave

PLUGGY, patrimonio culturale europeo, social media, socializzazione in rete, costumi, tradizioni locali, Istituto di comunicazione e sistemi informatici, realtà aumentata, musei virtuali

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