Aiutare i dipendenti più anziani ad acquisire le competenze necessarie per svolgere più a lungo un lavoro soddisfacente
Negli ultimi anni sono stati evidenziati i vantaggi per l’individuo e per la società nel suo complesso, derivanti dal fatto che le persone rimangano nel mondo del lavoro più a lungo. Ma esiste una dicotomia centrale: i dati dimostrano che la partecipazione ad attività didattiche diminuisce notevolmente con l’età, passando dal 18 % per il gruppo di età compresa tra i 25 e i 34 anni al 6 % per le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni, mentre il lavoro richiede spesso l’aggiornamento delle competenze. «Per poter realizzare il loro potenziale e utilizzare la loro esperienza, ai lavoratori dovrebbe essere data l’opportunità di continuare a svilupparsi nelle fasi successive della loro carriera. Ciò avviene principalmente attraverso la formazione sul lavoro», spiega Konrad Turek, ricercatore capo del progetto LEEP presso il Netherlands Interdisciplinary Demographic Institute, affiliato all’Università di Groningen. Egli ritiene di sapere perché la maggior parte delle politiche volte a favorire la formazione dei lavoratori anziani sono fallite: non hanno preso in considerazione l’atteggiamento dei datori di lavoro. «Dobbiamo ricordare che sono i datori di lavoro a decidere in materia di assunzioni, investimenti, politiche delle risorse umane e altri aspetti necessari per rimanere al lavoro più a lungo», ha detto Turek. «È importante fornire ai lavoratori anziani un clima di sostegno che tenga conto dell’età e l’opportunità di impegnarsi in nuove attività e di svilupparsi ulteriormente», ha aggiunto.
Abbattere le barriere
Il progetto LEEP ha esaminato come tempo e denaro possano essere investiti al meglio nella formazione e come promuovere l’acquisizione di nuove competenze per i lavoratori anziani. Studi precedenti mostrano che ai lavoratori anziani viene offerto più spesso il pensionamento anticipato rispetto a una formazione significativa. Ma la demografia presenta ai datori di lavoro una realtà ineludibile: il mantenimento e lo sviluppo dei lavoratori è fondamentale per evitare la carenza di personale e migliorare la competitività dell’azienda. Turek ha scoperto che i climi organizzativi che sostengono lo sviluppo e la parità di trattamento dei lavoratori anziani stimolano la loro partecipazione alla formazione. Esiste una correlazione diretta tra il loro coinvolgimento nelle opportunità di formazione e la preferenza per il pensionamento successivo.
Saper «ascoltare» i dati
Il progetto ha esaminato i paesi europei con particolare attenzione ai Paesi Bassi e alla Polonia. Nel primo, i ricercatori hanno combinato le informazioni sui dipendenti con le loro aziende per indagare su come le decisioni di pensionamento derivassero da una combinazione di atteggiamenti individuali e politiche aziendali. Hanno anche confrontato le imprese del 2009 e del 2017. «Siamo stati i primi a dimostrare quanto drasticamente le aziende abbiano cambiato il loro approccio ai lavoratori anziani nell’ultimo decennio», ha detto Turek. In Polonia, il team ha utilizzato i dati della più grande indagine sui datori di lavoro polacchi (che ha intervistato 80 017 datori di lavoro tra il 2010 e il 2015) per analizzare il ruolo degli stereotipi sull’età nella discriminazione. LEEP ha inoltre attinto a fonti di dati quali il Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe (SHARE), per tracciare gli individui in 12 paesi europei tra il 2010 e il 2015 e ha coinvolto 27 370 intervistati. Turek spiega: «Dimostriamo che l’accesso alla formazione è maggiore nei paesi con economie della conoscenza più forti, una maggiore enfasi sull’istruzione e un clima di invecchiamento proattivo».
Generare discussioni, formulare raccomandazioni
I risultati di LEEP sono stati pubblicati in diversi articoli scientifici come quello pubblicato in Work, Employment and Society e discussi durante 14 presentazioni a conferenze scientifiche internazionali. Tra questi, i principali convegni sociologici, gerontologici e demografici organizzati da International Sociological Association, International Association of Gerontology and Geriatrics e European Association for Population Studies. I risultati sono stati inoltre diffusi al grande pubblico attraverso diverse pubblicazioni accessibili on-line, tra cui la Piattaforma elettronica per l’apprendimento degli adulti in Europa della Commissione europea (EPALE) e articoli di riviste sull’invecchiamento in una società che cambia. Turek trova affascinante la questione di come il mondo del lavoro cambierà nei prossimi decenni. «Senza dubbio, lavoreremo più a lungo, le nostre carriere saranno meno prevedibili e meno standardizzate. Il modo in cui pensiamo alla vecchiaia cambierà perché ci saranno meno limitazioni e più opportunità. Sulla base dei risultati di questo progetto, continuerò a indagare su come ridefinire il nostro approccio alle carriere e su come il nostro potenziale individuale possa essere stimolato da politiche appropriate».
Parole chiave
LEEP, demografia, lavoratori anziani, società, pensionamento, formazione, posti di lavoro