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A disruptive multi-sensor chip for fast and effective management of Sepsis at the point of Care

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Diagnosi della sepsi rapida e decentrata

Una nuova tecnologia decentrata si propone di accelerare la diagnosi e il trattamento della sepsi, il tutto a un costo minimo rispetto a quello attuale.

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La sepsi, una condizione potenzialmente letale provocata dalla risposta del corpo a un’infezione, colpisce quasi 49 milioni di persone ogni anno. Il fatto più preoccupante è che provoca un numero superiore di vittime rispetto a qualsiasi altra patologia, anche più del cancro e della malattia coronarica. Trattare la sepsi con gli antimicrobici è essenziale per la sopravvivenza, ma la reale soluzione è una diagnosi precoce e accurata. Infatti, la ricerca dimostra che le possibilità di sopravvivenza si riducono del 7,6 % per ogni ora di progressione della malattia. Purtroppo, in ambito medico mancano le opportune soluzioni decentrate per una gestione rapida, accessibile ed efficace della sepsi. «Attualmente i medici non dispongono della tecnologia necessaria per condurre test diagnostici multiplex e interamente quantitativi con sensibilità elevata presso il punto di assistenza», afferma Dimitris Tsiokos, ricercatore presso l’Università Aristotele di Salonicco, oltre che fondatore e amministratore delegato di bialoom, una start-up cipriota che si avvale di chip ottici per soddisfare le esigenze della diagnostica decentrata. Tsiokos ha guidato un gruppo di ricercatori dedicati a colmare questo divario tecnologico. Grazie al supporto del progetto SepsiCare, finanziato dall’UE, bialoom ha proposto un dispositivo diagnostico accessibile, interamente quantitativo e multiplex, in grado di accelerare la diagnosi e il trattamento della sepsi a fianco del paziente e a un costo minimo rispetto a quello attuale. «La nostra soluzione si basa su un nuovo biochip ottico che abbina circuiti fotonici in silicio, guide d’onda plasmoniche e microfluidica al fine di misurare contemporaneamente un panel dei principali indicatori di malattia utilizzando solo una minima quantità di sangue», spiega Tsiokos. «Ciò consente agli operatori sanitari di avere accesso immediato ai risultati utilizzabili dei test a un costo accessibile, accelerando considerevolmente la diagnosi di sepsi, la scelta della terapia e la valutazione del trattamento, il tutto in pochi minuti e direttamente nel punto di assistenza».

Una necessità evidente

L’obiettivo principale del progetto SepsiCare era quello di comprendere meglio la domanda del mercato per la diagnostica della sepsi, valutare la fattibilità commerciale e ottimizzare il dispositivo di conseguenza. Per farlo, i ricercatori hanno condotto un’analisi competitiva approfondita, esaminato le esigenze delle parti interessate e degli utilizzatori finali, rivisto tutte le regole e le normative riferite alla commercializzazione di un dispositivo medico e definito previsioni dei costi e dei flussi di cassa. «Il lavoro svolto ha reso evidente che la sepsi costituisce una patologia complessa per cui si dispone di strumenti limitati di diagnostica e di monitoraggio e che il concetto di SepsiCare rappresenta un passo nella giusta direzione», aggiunge Tsiokos.

Pronto per aiutare a salvare vite umane

Grazie al sostegno del finanziamento dell’UE, il dispositivo SepsiCare è oggi ben posizionato per accelerare la diagnosi e il trattamento della sepsi e, così facendo, per aiutare a salvare vite umane. Infatti, nonostante alcune difficoltà poste dalla pandemia di COVID-19, i ricercatori sono riusciti a ottenere la validazione del dispositivo SepsiCare e l’accoglimento da parte di acquirenti in tre paesi europei. «Siamo convinti che la nostra tecnologia di biosensori fotonici possa contribuire non solo alla diagnosi e al trattamento della sepsi, ma anche al rilevamento di quasi ogni tipo di biomolecola correlata a una malattia», conclude Tsiokos. I ricercatori stanno lavorando all’ulteriore dimostrazione del concetto SepsiCare mediante dati tecnici e preclinici. Inoltre, stanno riprogettando il prototipo della tecnologia per meglio soddisfare le esigenze dell’utilizzatore finale, un impegno supportato da esperti clinici di diagnostica e dai principali opinion leader. Per sostenere queste iniziative, il gruppo di ricerca sta attualmente cercando di ottenere i fondi del programma EIC Accelerator e del capitale di rischio. Inoltre, si sono assicurati altri 500 000 euro in finanziamenti di avviamento da parte della Fondazione per la ricerca e l’innovazione di Cipro.

Parole chiave

SepsiCare, sepsi, punto di assistenza, antimicrobici, test diagnostici, biochip, dispositivo medico, biosensore fotonico

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