Attenzione e memoria: l’età non conta
Tra i cambiamenti cognitivi legati all’età figurano un rallentamento del ragionamento induttivo, un calo nella velocità percettiva, una più lenta risoluzione dei problemi, una riduzione nella capacità di recupero degli eventi passati e una diminuzione dell’orientamento spaziale. La valutazione delle funzioni cognitive avviene mediante test neuropsicologici o attività legate a specifici processi di funzionamento del sistema neurale. I tipici paradigmi delle neuroscienze cognitive sono costituiti da attività piuttosto artificiali concepite per esaminare funzioni cognitive quali attenzione, memoria o processo decisionale in modo isolato. In un’attività per l’analisi della memoria, ad esempio, si richiede l’apprendimento di un elenco di oggetti che successivamente si dovranno riconoscere o ricordare, mentre in una per la valutazione dell’attenzione è necessario concentrarsi su determinate informazioni in presenza di informazioni che possono distrarre l’interessato. Questi cosiddetti test «process-pure» (ovvero caratterizzati da un processo incontaminato) sono stati estremamente preziosi per lo studio dei meccanismi alla base di specifiche funzioni cognitive; ciononostante, essi non sono in grado di fornire informazioni sul modo in cui tali funzioni influenzano in modo sinergico le prestazioni.
Valutazioni sperimentali che ricreano scenari reali
L’obiettivo chiave del progetto MEMORAGE era quello di sviluppare nuovi metodi di valutazione neuropsicologica che fossero in linea con le complesse dinamiche delle attività del mondo reale e in grado di misurarle. La ricerca è stata condotta con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie(si apre in una nuova finestra) (MSCA) e ha previsto lo sviluppo di attività di ricerca visiva(si apre in una nuova finestra) in laboratorio che condividono importanti caratteristiche con le ricerche nel mondo reale, come ad esempio fare la spesa in un supermercato. Come spiega la borsista MSCA Iris Wiegand: «Queste attività si basano sull’impiego della memoria (cosa c’era sulla mia lista della spesa?), dell’attenzione (dove trovo questi articoli tra gli altri prodotti?) e delle decisioni (è meglio continuare a cercare in questa corsia o spostarsi in un’altra?).» Le complesse attività di ricerca visiva di MEMORAGE(si apre in una nuova finestra) sono state testate su adulti ben istruiti più giovani (tra i 18 e i 30 anni) e più anziani (oltre 65 anni). L’obiettivo era misurare il modo in cui l’attenzione, la memoria e il processo decisionale subiscono variazioni legate all’età in termini di prestazioni. «Sebbene gli anziani siano stati costantemente più lenti rispetto ai giovani, le loro funzioni mnemoniche e attentive si sono rivelate sorprendentemente ben preservate», sottolinea Wiegand. Per quanto concerne il processo decisionale(si apre in una nuova finestra), gli anziani hanno adottato una strategia di ricerca conservativa e calcolatrice rispetto ai giovani, che tendevano a cercare nuove opzioni.
Implicazioni di MEMORAGE e prospettive future
Il risultato secondo cui le funzioni mnemoniche e attentive messe in atto durante lo svolgimento di attività complesse risultano per lo più inalterate dal processo di invecchiamento è molto incoraggiante. Tale scoperta contraddice gli esperimenti «process-pure», dai quali si deduce che la riduzione della memoria e dell’attenzione è un elemento caratteristico dell’invecchiamento. «I nostri risultati suggeriscono che questi deficit correlati all’età sono limitati o persino assenti in condizioni specifiche, nelle quali le attività di ricerca sono più simili a quelle del mondo reale», conclude Wiegand. Al tempo stesso, secondo quanto indicato dai risultati, è possibile che i test convenzionali sopravvalutino i deficit legati all’età. Gli sforzi futuri saranno incentrati sulla sperimentazione delle complesse attività di ricerca visiva di MEMORAGE in una popolazione più ampia, nonché in pazienti colpiti da gravi deficit di attenzione e/o memoria. Tramite la registrazione concomitante dell’attività cerebrale si contribuirà a delineare il funzionamento del cervello nell’ambito di un raffronto tra adulti che manifestano elevate prestazioni e giovani e verrà chiarita la potenziale implicazione dell’attività compensatoria che ne sostiene le prestazioni. Nel complesso, ciò consentirà di migliorare la comprensione dei meccanismi neurocognitivi e getterà le fondamenta per l’elaborazione di strategie appropriate in grado di soddisfare le esigenze della nostra popolazione che invecchia.
Parole chiave
MEMORAGE, attenzione, memoria, invecchiamento, funzioni cognitive, processo decisionale, attività di ricerca visiva