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Antidepressant discontinuation during pregnancy and relapse risk in the perinatal period

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Migliorare i trattamenti antidepressivi personalizzati durante la gravidanza

Alcune donne in gravidanza scelgono di interrompere l’assunzione dei farmaci antidepressivi temendo ripercussioni sulla salute, rischiando così una ricaduta. Grazie a una valutazione dei livelli di rischio, un nuovo progetto vuole offrire un approccio più mirato.

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Per le donne che fanno uso di farmaci antidepressivi, la gravidanza può comportare una riflessione ulteriore: è meglio continuare o interrompere la loro assunzione? È necessario infatti considerare attentamente le ripercussioni di un probabile rischio di ricaduta rispetto al potenziale danno al nascituro. Eppure, solo pochissime ricerche prendono in esame l’efficacia del trattamento antidepressivo durante la gravidanza. Gran parte degli studi esistenti si basa su dati relativi a popolazioni specifiche, estratti da campioni clinici e da altre osservazioni non sperimentali. Questo approccio limita dunque la possibilità di offrire consigli terapeutici. «Non esistono raccomandazioni personalizzate su chi può ridurre o interrompere in sicurezza l’uso di antidepressivi senza aumentare il rischio di ricaduta», afferma Xiaoqin Liu, ricercatrice senior presso l’Università di Aarhus in Danimarca e ricercatrice principale del progetto PregnancyAD. Per colmare questa lacuna, il progetto PregnancyAD, finanziato dall’UE e intrapreso con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, ha effettuato un’analisi combinata dei dati demografici, delle caratteristiche cliniche e dei dati genetici provenienti sia dai registri nazionali che dal campione Integrative Psychiatric Research (iPSYCH) danese. La ricerca intendeva chiarire l’efficacia e i rischi potenziali dei trattamenti antidepressivi nella popolazione in gravidanza, per definire un approccio più personalizzato applicabile caso per caso. «I nostri risultati sono coerenti con le ricerche precedenti e offrono prove rassicuranti sul fatto che l’uso di antidepressivi durante la gravidanza ha conseguenze limitate sui bambini», osserva Liu.

Studio del rischio di ricaduta

Per verificare se la suscettibilità genetica sia associata al rischio di ricaduta post-partum, il gruppo di ricerca di PregnancyAD ha innanzitutto esaminato il rischio di ricaduta in base ai modelli di trattamento delle pazienti. Si è osservato che il rischio di ricaduta post-partum corrispondeva a diversi percorsi del trattamento antidepressivo: l’interruzione totale del trattamento, l’interruzione all’inizio o alla fine della gravidanza e la data di inizio dell’assunzione dei farmaci prima della gravidanza. I ricercatori hanno quindi voluto scoprire se la causa genetica della depressione maggiore fosse legata a questi percorsi di trattamento antidepressivo. «Tali percorsi sono influenzati principalmente dalla gravità dei disturbi, e non dalla predisposizione genetica alla depressione maggiore», spiega Liu.

Al lavoro per arrivare alla valutazione dei rischi personali

Per stabilire se le donne che hanno interrotto l’assunzione di antidepressivi avessero un rischio maggiore di ricaduta, la ricerca ha concentrato l’attenzione innanzitutto sulle emergenze psichiatriche. La sospensione degli antidepressivi durante la gravidanza ha aumentato il rischio di emergenze psichiatriche portandolo al 5,0 %, rispetto al 3,7 % tra le donne che non hanno interrotto il trattamento. Approssimativamente ogni 76 donne in gravidanza che hanno deciso di sospendere gli antidepressivi, si è verificata un’ulteriore emergenza psichiatrica. In seguito, l’équipe ha analizzato gli esiti psichiatrici meno gravi e ha utilizzato un metodo di apprendimento automatico per definire dei modelli dei percorsi di trattamento antidepressivo. Si è osservato che, tra le donne che assumono da molto tempo i farmaci antidepressivi, la sospensione nelle fasi terminali della gravidanza aumenta la probabilità di un rischio di ricaduta e di dover assumere nuovi farmaci dopo il parto. Liu spiega che tendenze simili non sono state riscontrate tra le donne che utilizzano da poco tempo i farmaci antidepressivi, o tra quelle che li hanno sospesi nelle prime fasi della gravidanza, ad indicare che le strategie di trattamento precedenti possono dare informazioni sul potenziale rischio di ricadute. «I nostri risultati indicano che le donne affette da gravi malattie mentali, in particolare quelle che hanno raggiunto una certa stabilità grazie a un trattamento continuativo, possono avere notevoli vantaggi se proseguono il trattamento antidepressivo durante la gravidanza», spiega Liu.

Supporto alle decisioni in gravidanza

«È fondamentale sottolineare che la maggior parte delle donne può sospendere senza problemi i farmaci antidepressivi senza temere ricadute», osserva Liu. «Idealmente, la decisione di continuare il trattamento con gli antidepressivi o sospenderlo dovrebbe essere collaborativa, e coinvolgere i medici, le pazienti e le loro famiglie, per garantire la linea di condotta più informata e personalizzata possibile», aggiunge Liu.

Parole chiave

PregnancyAD, gravidanza, antidepressivi, ricaduta, rischio, personale, malattia mentale, trattamento

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