Utilizzare la tecnologia a ultrasuoni per ripulire l’acquacoltura
L’acquacoltura è spesso invasa da visitatori indesiderati. L’accumulo di microrganismi marini sulle infrastrutture è noto come biofouling e comporta una serie di problemi, tra cui un impatto ambientale dannoso, il degrado delle attrezzature e l’aumento della necessità di manodopera. Gli attuali metodi di rimozione rappresentano fino al 20 % dei costi per gli allevamenti di acquacoltura. Le bioincrostazioni possono causare carichi eccessivi, intasare le reti delle gabbie e impedire la circolazione di acqua ricca di ossigeno. La manutenzione può richiedere la pulizia con robot, sommozzatori o getti d’acqua pressurizzati, che hanno costi elevati e possono influire sul benessere dei pesci e sulla produzione. Altre opzioni includono i biocidi chimici, alcuni dei quali saranno presto eliminati, e la sostituzione delle reti, che può stressare e uccidere i pesci. Il progetto NetWave(si apre in una nuova finestra), finanziato dall’UE, ha sviluppato una nuova promettente alternativa: una tecnologia che utilizza le onde ultrasoniche per prevenire le bioincrostazioni, aumentando l’efficienza operativa e riducendo i danni ambientali ed ecologici. La tecnologia utilizza un’applicazione di allevamento intelligente per funzionare in modo autonomo e porta un vantaggio digitale all’industria dell’acquacoltura europea. «La tecnologia di NetWave si distingue sul mercato per il suo approccio privo di sostanze chimiche, l’efficienza nella prevenzione delle bioincrostazioni, la durata dell’effetto, il ridotto impatto ambientale e l’integrazione con sistemi di monitoraggio avanzati», spiega Sinem Zeytin, ricercatrice post-dottorato presso Alfred Wegener Institute Helmholtz Centre for Polar and Marine Research(si apre in una nuova finestra) (AWI) in Germania e ricercatrice del progetto NetWave.
Dagli scafi delle barche alle reti da pesca
La tecnologia proposta, chiamata NetWave, sviluppata insieme ai partner NESNE(si apre in una nuova finestra) e SOFCHEM(si apre in una nuova finestra), impedisce ai microrganismi di attaccarsi alle strutture e ai materiali usati per l’acquacoltura. Il sistema è già in uso come alternativa al rivestimento antivegetativo degli scafi delle imbarcazioni e ha dato risultati promettenti. A differenza degli scafi delle imbarcazioni, le reti degli allevamenti ittici sono morbide ed elastiche, quindi il team ha dovuto adattare la tecnologia per creare un effetto ampio ma mirato. Il team ha testato diversi prototipi in ambienti controllati, convalidando e migliorando la capacità della tecnologia di prevenire la formazione di biofilm. L’impegno con gli operatori degli allevamenti ittici, le associazioni di settore e i fornitori di tecnologia ha generato preziose informazioni tratte dal mondo reale. La tecnologia è stata poi portata su scala industriale per creare sistemi commercialmente validi.
Proteggere il benessere e la salute dei pesci
Il team di NetWave ha anche condotto prove sul campo in Turchia per valutare la tecnologia in contesti reali e per testare i suoi effetti sulla pregiata spigola europea. Il personale di un allevamento ittico commerciale ha monitorato il sistema di dispositivi a ultrasuoni e ha registrato il comportamento dei pesci e l’assunzione di mangime ogni giorno. Inoltre, il team AWI ha valutato parametri di salute come la crescita e le risposte immunitarie. Un totale di 200 spigole europee sono state campionate per ulteriori analisi di laboratorio. «Nel complesso, la crescita, l’assunzione di cibo e il comportamento della spigola europea non sono stati influenzati», osserva Zeytin.
Portare la tecnologia a livello commerciale
I risultati più significativi del progetto NetWave includono il successo dello sviluppo del sistema, la convalida della sua efficacia, il miglioramento dell’efficienza operativa e la sostenibilità ambientale. «Questi risultati posizionano NetWave come sistema produttivo nel settore dell’acquacoltura, offrendo una soluzione sostenibile ed efficiente per prevenire le bioincrostazioni, migliorare la produttività e promuovere pratiche di acquacoltura responsabili», aggiunge Zeytin. Dopo il successo del progetto, il team si concentrerà ora sulle fasi successive, volte a portare la tecnologia sul mercato commerciale. «Sono in atto piani per introdurre il sistema antivegetativo a ultrasuoni presso gli operatori dell’acquacoltura, compresi i gestori degli allevamenti ittici e i partner industriali», afferma Zeytin.