Sorveglianza automatizzata per i modelli animali
Le malattie neurodegenerative quali la malattia di Huntington (HD), l'atassia spinocerebellare di tipo 17 (SCA17) e il morbo di Parkinson riscuotono un alto tributo in termini di sofferenza personale e sanità. Trovare terapie efficaci sostenibili comporta un controllo efficace dei farmaci che includa il monitoraggio comportamentale e fisiologico dei modelli animali. Il progetto Ratstream, finanziato dall'UE, ha adottato un approccio polivalente al fine di accelerare il monitoraggio dei farmaci. Gli elementi più significativi sono stati lo sviluppo di ratti transgenici geneticamente unici e la progettazione di speciali gabbie di monitoraggio per ospitarli. I modelli di ratto sviluppati incorporavano tutte le malattie neurodegenerative sotto analisi, incluso uno per l'HD e un altro con geni sovraregolati per esprimere una proteina che può creare aggregati nel PD. Per la SCA17 è stato sviluppato un modello di ratto con un numero aumentato di ripetizioni della sequenza genica, che provocava il disturbo. I sistemi automatizzati di home cage incorporavano imaging live e sistemi di trattamento programmato. I ricercatori del progetto hanno inoltre sviluppato delle serie di dati sulla caratterizzazione fisiologica e comportamentale. Ad aumentare l'efficacia, un partner Ratstream ha sviluppato un database integrato specificamente programmato per raccogliere le informazioni sulla base dei singoli ratti. I ricercatori Ratstream sono riusciti a formulare una serie di biomarker per le modifiche del fenotipo che indicano la neurodegenerazione. Essi possono potenzialmente accorciare gli studi pre-clinici fornendo i migliori marker comportamentali ottenuti dalle informazioni prodotte dal computer che indicano la disfunzione neuronale e quindi il progredire della malattia. La sostituzione dell'attrezzatura attualmente utilizzata per i test sui ratti porterà importanti benefici economici ai produttori di sistemi automatizzati di home cage. Anche un più rapido monitoraggio dei farmaci è una buona notizia nel tentativo di trovare terapie efficaci per fermare o rallentare i disturbi neurodegenerativi.