La variabilità genetica determina la risposta farmacologica
La terapia di riduzione dei lipidi basata sulle statine è il regime più diffuso per la prevenzione di queste malattie e, anche se la somministrazione dei medicinali porta a una riduzione del 20-30 % degli eventi, la risposta clinica è molto variabile. Prove sempre più numerose indicano che questo fenomeno può essere collegato a una variazione genetica. Per definire meglio questa osservazione, il progetto PHASE ("A pharmacogenomic study of statins in the elderly at risk for cardiovascular disease"), finanziato dall'UE, ha studiato le risposte dei singoli individui all'uso delle statine, facendo riferimento alla loro composizione genetica, con l'obiettivo ultimo di sviluppare una terapia farmacologica personalizzata per la riduzione del colesterolo. A questo scopo, i ricercatori d PHASE hanno condotto un'analisi di tutto il genoma che ha interessato ben 5 224 partecipanti allo studio PROSPER ("Prospective study of pravastatin in the elderly at risk"), un test multinazionale, randomizzato e controllato tramite placebo. La genotipizzazione è stata eseguita per 557 192 varianti genetiche e nell'intero genoma sono stati conteggiati 2,5 milioni di polimorfismi a singolo nucleotide (SNP). Le meta-analisi dei risultati eseguite in combinazione con le prove ASCOT e CARDS hanno rivelato il ruolo dei geni ApoE e LPa nella farmacogenetica delle statine in relazione alla riduzione delle LDL (lipoproteine a bassa densità). In collaborazione con le prove WOSCOPS e CARE, lo studio PHASE ha scoperto in modo indipendente che la variazione genetica del gene DNAJC5B influenza il rischio di infarto al miocardio dopo l'uso di statine. Le attività condotte insieme ad altri studi in associazione relativi all'intero genoma permetteranno di chiarire le interazioni farmacogenetiche dell'uso delle statine e della variazione genomica sugli altri risultati clinici. In particolare, il consorzio CHARGE amplierà, in collaborazione con il consorzio PHASE, ulteriormente la popolazione dello studio PHASE, aumentando anche la significatività statistica dei suoi risultati. Nel complesso, il progetto PHASE ha permesso di individuare alcune importanti interazioni farmacogenetiche dell'utilizzo di statine e la variazione genetica sulla riduzione delle LDL o sull'infarto al miocardio dopo il trattamento a base di tali sostanze. Queste informazioni permetteranno di migliorare il ricorso alle terapie personalizzate, basate sul profilo genetico dei singoli individui.