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Development of novel nanotechnology based diagnostic systems for Rheumatoid Arthritis and Osteoarthritis

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Diagnosi dell’artrite basata sulle nanotecnologie

Alcuni ricercatori europei hanno sviluppato nuove nanoparticelle modificate con anticorpi in grado di bersagliare tessuti e molecole. La principale applicazione di questo strumento molecolare era la diagnosi dell’artrite reumatoide (RA).

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La RA è un disturbo cronico associato a infiammazione sinoviale che porta alla distruzione della cartilagine e dell’osso subcondrale. Ha un’incidenza dell’1 % sulla popolazione generale e causa dolore, morbilità e mortalità importanti. Attualmente non esiste una cura per la RA ma nuovi farmaci immunomodulatori hanno ridotto drasticamente l’outcome della malattia. I metodi diagnostici convalidati come l’imaging a risonanza magnetica (MRI) non favoriscono una diagnosi definitiva né una chiara valutazione della prognosi. Per affrontare questo problema gli scienziati del progetto NANODIARA (Development of novel nanotechnology based diagnostic systems for rheumatoid arthritis and osteoarthritis), finanziato dall’UE, hanno deciso di sviluppare nanoparticelle di ossido di ferro superparamagnetiche (SPION) come strumento diagnostico. I ricercatori hanno utilizzato alcol polivinilico (PVA) come principale componente di superficie e hanno aumentato la produzione delle SPION tramite un processo semi-automatizzato di sintesi e funzionalizzazione. Per le applicazioni diagnostiche nel corpo umano le SPION sono state attaccate ad anticorpi specifici per biomarcatori compatibili alla cattura dei biomarcatori nei biofluidi. Per identificare e misurare gli eventi iniziali della distruzione dei tessuti dovuta all’artrite il consorzio ha utilizzato SPION con anticorpi generati contro specifiche molecole di tessuto distaccatesi patologicamente. L’applicazione in vivo mirava a individuare l’infiammazione e la distruzione della cartilagine articolare iniziali nelle articolazione di pazienti con RA e OA. Gli studi di tossicità nei ratti hanno mostrato risultati promettenti e l’analisi di biodistribuzione ha dimostrato una localizzazione specifica sulla membrana sinoviale infiammata del ginocchio artritico. Le SPION sono state utilizzate anche per migliorare l’imaging MRI e implementate con successo per monitorare il trattamento con desametasone. Questa metodologia di imaging si è dimostrata sufficientemente sensibile a rilevare piccole modifiche nella risposta infiammatoria a seguito del trattamento nel modello preclinico di artrite. In generale l’imaging in vivo basato sulle SPION ha dimostrato il potenziale di rilevare le modifiche molecolari associate alla malattia prima delle modalità di imaging esistenti. L’implementazione di questo strumento per la diagnosi della RA dovrebbe favorire un inizio tempestivo del trattamento e migliorare l’outcome dei pazienti.

Parole chiave

Nanotecnologie, anticorpi, artrite reumatoide, infiammazione, nanoparticelle di ossido di ferro superparamagnetiche, MRI

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