I modi migliori per gestire il diabete
In Europa, quasi 60 milioni di persone sono affette da diabete di tipo 2 (T2D), ovvero la quarta causa principale di morte. Si prevede che tale cifra aumenterà ancora, poiché il T2D è strettamente associato con il sovrappeso e l’obesità, due fenomeni molto diffusi nella società moderna. Poiché il diabete richiede un’ampia attività di autoterapia, appare promettente una strategia che prevede di insegnare alle persone a “leggere” i sintomi del T2D e a rivolgersi al medico, oppure ad autogestire la malattia dopo l’avvenuta diagnosi. Tuttavia, mentre sono stati comprovati gli esiti positivi dell’educazione all’autogestione impartita alle persone affette da diabete, non si conosce esattamente il rapporto di costo-efficacia di tali interventi. Inoltre, non sono stati documentati adeguatamente l’efficacia relativa dei vari approcci all’educazione all’autogestione o gli effetti delle circostanze in cui viene erogata l’educazione. Molte persone con T2D non sanno di esserne affetti; inoltre, il livello di alfabetizzazione sanitaria del paziente incide sul suo rispetto delle indicazioni di trattamento. Pertanto, l’efficacia dei diversi approcci educativi deve essere affrontata anche in funzione di criteri di origine etnica, età e alfabetizzazione sanitaria del paziente. Grazie a un finanziamento dell’UE, il progetto DIABETES LITERACY (Enhancing the (cost-)effectiveness of diabetes self-management education: A comparative assessment of different educational approaches and conditions for successful implementation) intendeva ottenere le prove necessarie a sostegno dell’educazione all’autogestione in relazione al diabete. A tal fine, i partner del consorzio hanno eseguito un’analisi comparativa delle strategie nazionali sul diabete e gli esistenti programmi di autogestione in vari paesi europei, servendosi del Sondaggio sull’alfabetizzazione diabetica (DLS, Diabetes Literacy Survey) per acquisire le informazioni. Per comprovare il rapporto costo/efficacia dell’educazione all’autogestione del T2D, sono stati confrontati i costi di programmi di educazione all’autogestione esistenti con i costi delle cure per il T2D. Per comparare i diversi approcci all’educazione all’autogestione del diabete, è stato svolto uno studio multicentro di efficacia preliminare/successiva, coinvolgendo 366 pazienti adulti partecipanti a programmi di educazione in 9 paesi; ne sono scaturite differenze soltanto di lieve entità negli esiti tra le diverse modalità di erogazione. Adottando il Questionario del sondaggio sull’alfabetizzazione sanitaria europea (HLS-EU-Q6 - European Health Literacy Survey Questionnaire), si è evidenziata una significativa relazione tra la limitata alfabetizzazione sanitaria e gli esiti più scadenti nei pazienti diabetici, ma l’efficacia dei programmi di educazione all’autogestione non risulta influenzata dal livello di alfabetizzazione sanitaria dei pazienti. Per le persone poco alfabetizzate, è stato creato un sito Web per l’autogestione del diabete, con funzioni audiovisive e interattive in varie lingue. La divulgazione degli esiti del progetto si è rivolta principalmente alla comunità scientifica e ai responsabili delle politiche sanitarie, comunque con lo scopo ultimo anche di informare gli operatori professionali della sanità e le organizzazioni coinvolte nelle cure diabetiche. Esiste un breve video sui risultati della ricerca del progetto DIABETES LITERACY. Si prevede che le conclusioni dello studio DIABETES LITERACY potranno risultare utili a consolidare l’importanza dell’alfabetizzazione sanitaria e dell’educazione nella gestione del diabete. In ogni parte d’Europa dovrebbe essere realizzata una politica tesa a investire sulla capacità di autogestione dei pazienti, perché potrebbe ridurre gli attuali costi di trattamenti sanitari e migliorare il quadro clinico dei pazienti diabetici.
Parole chiave
Diabete, autoterapia, alfabetizzazione sanitaria, assistenza sanitaria, DIABETES LITERACY