Le donne migranti altamente qualificate invisibili nell’UE
La migrazione nel mondo è cresciuta e circa la metà dei migranti sono donne, che varcano le frontiere per ragioni quali il matrimonio oppure per scelte legate alla carriera o allo stile di vita dopo il pensionamento. Il modo in cui la mobilità cambia la vita di queste donne e in che misura le loro competenze vengano effettivamente sfruttate dalla società ospitante, sono solo alcune delle questioni affrontate dal progetto FEMIDE (“Female migrants from developed countries in southern Europe: A study of integration”), finanziato dall’UE. Dal momento che la maggior parte degli studi si concentra sulla migrazione verso occidente dall’Asia o dall’Europa postcomunista, questo tipo di migranti potrebbe erroneamente essere percepito come l’unico esistente. Tuttavia, vi sono anche molte donne istruite e altamente qualificate che si trasferiscono all’interno dei paesi sviluppati. Il motivo per cui si spostano e la loro integrazione non si conosce. Il progetto ha quindi esaminato l’importanza della nazionalità e in che misura questa influisce sull’integrazione. FEMIDE ha quindi esaminato le esperienze in Italia e in Grecia delle donne anglofone con reddito elevato di età compresa tra i 30 e i 70 anni. È stato delineato un ampio spettro socioeconomico della loro integrazione nella cultura ospitante. La ricerca ha rivelato che, malgrado le loro qualifiche professionali e il favorevole status in materia di visti, le donne anglofone nell’Europa meridionale sono sottoccupate. Inoltre, il matrimonio con gli uomini locali e i legami famigliari sono quasi l’inica via d’accesso alla società ospitante per queste donne. I risultati dello studio saranno utili per i responsabili locali per contribuire ad attuare politiche comunitarie.
Parole chiave
Anglofono, donne migranti, lavoro altamente qualificato, migranti donne, integrazione