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Understanding the importance of viral Fitness Impairment after Transmission of HIV: Implication on HIV vaccine design

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Un nuovo approccio allo sviluppo del vaccino per l’HIV

Attualmente il virus dell’immunodeficienza umana (HIV)/AIDS causa un milione e mezzo di morti all’anno in tutto il mondo. Lo sviluppo di un vaccino, estremamente necessario, potrebbe essere facilitato dall’identificazione di target virali per risposte efficaci delle cellule T.

Una delle strategie perseguite per lo sviluppo di vaccini per l’HIV è indurre risposte delle cellule T CD8 specifiche per il virus, al fine di mediare il controllo della replicazione di HIV. L’HIV è in grado di evadere il controllo delle cellule T tramite mutazioni; per questo i vaccini potrebbero trarre vantaggio dall’induzione di risposte da cui vi è scarsa evasione. Ma le mutazioni per sfuggire alle cellule T possono limitare anche la capacità di replicazione dell’HIV (detta fitness virale): per questo le risposte che controllano mutazioni con elevati costi in termini di fitness potrebbero essere anche benefiche. Il progetto UNFITHIV (Understanding the importance of viral fitness impairment after transmission of HIV: Implication on HIV vaccine design), finanziato dall’UE, ha studiato in che modo la fitness del virus infettante e le riduzioni della fitness virale causate dalle mutazioni per evadere dalle cellule T influiscono sull’outcome delle infezioni da HIV. Nove individui infetti, con buono o scarso controllo dell’infezione, sono stati studiati per permettere l’analisi delle relazioni tra risposte delle cellule T, fitness virale e prognosi della malattia. UNFITHIV ha scoperto che vi era una tendenza degli individui che controllavano bene l’infezione a essere infettati da virus con fitness ridotta. Ulteriori risultati suggerivano che l’induzione di un’ampia risposta primaria HIV-specifica delle cellule T, l’evasione dalla quale avveniva lentamente e/o con costi elevati per la fitness virale, era associata anche a un buon controllo virale. Ciò sottolinea la necessità di vaccini per elicitare una grande varietà di risposte delle cellule T agli epitopi virali conservati, per evadere le quali si ridurrà la capacità di replicazione virale. I partner del progetto hanno testato anche l’ipotesi che le cellule T CD8 riconoscano nuovi epitopi derivati dalle regioni terminali del genoma di HIV. Mentre queste regioni erano precedentemente considerate non tradotte, si è scoperto che la sequenza del virus “fondatore” vi mutava rapidamente nel corso del tempo, ed è stato dimostrato che alcune di queste mutazioni erano guidate dalle risposte delle cellule T. Il progetto ha così identificato le regioni terminali del genoma di HIV-1 come una nuova fonte di epitopi di cellule T CD8 che potrebbero essere bersagliati nella progettazione dei vaccini per aumentare la varietà e l’efficacia delle risposte.

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