Misure e decisioni politiche per combattere l’abbandono scolastico
È in atto l’adozione di una serie di misure tese a contenere il fenomeno dell’ESL, che rappresenta un problema comune all’interno dell’UE. L’obiettivo del progetto RESL.EU (Reducing early school leaving in the EU), finanziato dall’UE, consiste nello studio dei fattori che spingono gli studenti ad abbandonare prematuramente la scuola o il proprio percorso formativo, nonché nell’identificazione di strumenti di intervento efficaci ai fini del mantenimento degli studenti. In tale contesto, i principali obiettivi conseguiti dall’iniziativa consistono nella progettazione di definizioni e concetti comuni all’interno dell’UE sull’abbandono scolastico, oltre alla raccolta di dati sui giovani, le rispettive famiglie e gli istituti scolastici. I ricercatori si prefiggono di identificare le caratteristiche personali dei giovani a rischio di ESL, analizzando metodi di prevenzione e di rimedio mediante il concetto di apprendimento alternativo. L’iniziativa, che coinvolge nove paesi europei, si è occupata della raccolta di dati ricavati da interviste rivolte a 14 000 studenti in sette realtà nazionali, nonché dell’analisi dei fattori che consentono di prevedere il fenomeno dell’abbandono scolastico (a livello macro, micro e meso). L’iniziativa esamina inoltre i metodi di intervento o di compensazione attuati al fine di garantire il mantenimento degli studenti a rischio di ESL nella scuola o nel relativo percorso formativo. Al termine dei lavori, gli esperti prevedono di fornire indicazioni utili circa i meccanismi e i processi che influenzano l’abbandono scolastico, di formulare raccomandazioni sul rafforzamento dei sistemi scolastici europei e di incoraggiare la ricerca nell’intento di sostenere l’iter decisionale. I risultati dell’iniziativa offriranno un enorme contributo alla politica europea in materia di istruzione sia a livello nazionale sia a livello locale.
Parole chiave
Abbandono scolastico, politiche in materia di istruzione, mantenimento degli studenti, giovani a rischio, apprendimento alternativo