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Contenuto archiviato il 2024-05-27

FGF1: a novel metabolic regulator involved in insulin sensitization and glycemic control

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Una nuova prospettiva terapeutica sul diabete

Il diabete di tipo 2 (T2D) è la forma di diabete più comune e colpisce oltre l’8 % della popolazione dell’UE. È quindi urgente correggere il fenotipo attraverso farmaci specifici, efficienti e non tossici.

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Il T2D è una malattia multisistemica complessa che inizia con la resistenza all’insulina e la soppressione dell’eliminazione del glucosio da parte del fegato e dei tessuti periferici. Ciò porta in ultima analisi a una secrezione insufficiente di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche e all’aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Benché evidenze crescenti indichino una predisposizione genetica al T2D, lo stile di vita occidentale, caratterizzato da alimentazione eccessiva e scarsa attività fisica, è considerato la causa principale della malattia. Il legame del PPARγ, un importante regolatore dell’adipogenesi, con un recettore ormonale nucleare è una tappa fondamentale per l’insorgenza e lo sviluppo del T2D. I tiazolidindioni (TZD) sono sensibilizzatori di insulina che colpiscono il PPARγ e attualmente sono disponibili solo come farmaci anti-diabetici orali, ma purtroppo sono associati a effetti collaterali indesiderabili che rendono necessario individuare opzioni di trattamento alternative. In uno studio precedente, gli scienziati del progetto FGF1T2D (FGF1: a novel metabolic regulator involved in insulin sensitization and glycemic control), finanziato dall’UE, hanno scoperto che la somministrazione del fattore di crescita dei fibroblasti 1 (FGF1) a topi diabetici simulava gli effetti metabolici dei TZD. Durante il progetto, i ricercatori hanno spiegato questa osservazione fornendo evidenza di un nuovo percorso di segnalazione endocrina PPARγ-FGF1 che regola la risposta adattativa a una dieta ad alto contenuto di grassi. I risultati del progetto sottolineano il ruolo dell’FGF1 come regolatore di importanza critica della rimodellazione del tessuto adiposo, considerato che i topi mancanti di FGF1 sviluppano un fenotipo diabetico aggressivo. La somministrazione parenterale di FGF1 ricombinante ha ridotto i livelli di glucosio nei topi diabetici in modo dipendente dall’insulina, suggerendo che questa sostanza potrebbe essere utilizzata per il trattamento dell’insulino-resistenza e del T2D. Interessante è il fatto che questa caratteristica dell’FGF1 è separata dalla sua attività mitogena. L’FGF1, inoltre, ha stimolato il catabolismo dei lipidi del fegato, riducendo l’infiammazione e la steatosi epatica nei modelli di topi di steatosi epatica non alcolica. Nel complesso, il progetto FGF1T2D ha scoperto che l’FGF1 è un nuovo obiettivo del PPARγ e un ormone capace di migliorare la glicemia e la resistenza all’insulina. La possibilità di utilizzarlo per scopi terapeutici contro il T2D estende le sue applicazioni cliniche oltre la cura delle ferite e delle fratture e il trattamento delle malattie cardiovascolari.

Parole chiave

Diabete di tipo 2, insulina, PPARγ, recettore ormonale nucleare, tiazolidindione, FGF1

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