Gli effetti della consultazione e della rappresentanza dei dipendenti in periodi di difficoltà economiche
Le inefficienze associate con i rapporti di lavoro che forniscono una motivazione alla partecipazione dei lavoratori diventano più importanti durante le fasi di declino economico. Le aziende potrebbero aver bisogno di ridurre i costi, e questo potrebbe portare a un alto numero di licenziamenti. Il progetto WPART2013 (Worker participation and job preservation in recessionary conditions), finanziato dall’UE, ha affrontato questa pressante preoccupazione per responsabili delle politiche, industria, sindacati e cittadini europei. Il team di WPART2013 ha valutato se le norme legali europee, che stabiliscono i diritti di rappresentanza dei dipendenti e che prescrivono alle aziende di informare e consultare i dipendenti, hanno portato a una maggiore rappresentanza dei lavoratori. Il team ha osservato se questo è connesso con un maggiore uso dell’orario flessibile e dei sistemi di contabilizzazione delle ore lavorate. I ricercatori hanno studiato in quale misura i cambiamenti osservati siano associati con differenze nelle risposte all’occupazione delle aziende e nei problemi di motivazione dei dipendenti. Essi hanno studiato se gli effetti variano con il livello a cui avviene la contrattazione salariale e con la composizione della forza lavoro. I partner del progetto hanno sfruttato la variazione quasi sperimentale introdotta dall’implementazione della direttiva 2002 dell’UE che concedeva diritti di informazione e consultazione ai dipendenti per le aziende con 50 o più lavoratori. La direttiva fornisce ai dipendenti dei diritti minimi di legge ad essere informati e consultati dai loro datori di lavoro su varie questioni chiave riguardanti impresa, occupazione e organizzazione e riorganizzazione del lavoro. Il team si è concentrato su Irlanda, Cipro, Polonia e Regno Unito. L’implementazione della direttiva ha implicato dei notevoli cambiamenti alla legislazione nazionale per questi paesi. Le conclusioni mostrano che la direttiva ha avuto un effetto positivo e significativo sia sulla presenza della rappresentanza dei dipendenti che sull’utilizzo dei sistemi di contabilizzazione delle ore lavorate nelle aziende aventi diritto. Il maggiore utilizzo degli schemi con orario di lavoro flessibile è stato spinto dalle aziende in cui non avvengono trattative salariali locali e da quelle con un’elevata quota di lavoratrici di sesso femminile. L’analisi degli adeguamenti dell’occupazione è ancora in corso. I risultati del progetto hanno delle importanti implicazioni politiche, dato che mettono in evidenza un canale attraverso il quale la voce dei dipendenti potrebbe favorire degli adeguamenti dell’occupazione meno drammatici a livello aziendale agli scossoni negativi. Il lavoro di WPART2013 offre ai responsabili delle politiche nazionali e dell’UE una base empirica per comprendere gli effetti delle direttive dell’UE sull’informazione e la consultazione dei dipendenti. I risultati del progetto dovrebbero anche contribuire alla competitività e alla coesione sociale dell’Europa, dato che delle politiche pubbliche ben progettate che incoraggiano le aziende ad adottare degli schemi partecipativi che prevedono la rappresentanza dei dipendenti potrebbero ridurre molti costi sociali collegati a pressanti problemi di alta disoccupazione e di perdita del lavoro.
Parole chiave
Partecipazione lavoratori, WPART2013, difesa lavoro, condizioni recessive
