Il settore pubblico dovrebbe finanziare la costruzione di Galileo
Il commissario europeo per i trasporti, Jacques Barrot, ha dichiarato che la Commissione non rinuncerà al progetto Galileo, finalizzato a dotare l'Europa di un sistema di navigazione satellitare in grado di affrontare la concorrenza posta da quelli di USA, Cina e Russia. La Commissione ha pubblicato una tabella di marcia, che illustra in quale modo il settore pubblico si assumerà la piena responsabilità del finanziamento e della gestione dell'architettura iniziale del sistema. Galileo è un'iniziativa congiunta della Commissione europea e dell'Agenzia spaziale europea (ESA), che avrebbe dovuto essere finanziata da un partenariato pubblico-privato. Secondo quanto previsto dal partenariato, il settore pubblico avrebbe dovuto essere responsabile del finanziamento del lancio dei primi quattro satelliti Galileo, mentre il consorzio privato avrebbe realizzato i restanti 26 satelliti. Scopo della prevista rete di 30 satelliti Galileo è trasmettere segnali radio a ricevitori a terra, consentendo agli utenti di determinare le posizioni con precisione. Il progetto della tabella di marcia è nato a seguito all'incapacità delle società dell'impresa comune di accordarsi circa la struttura societaria che gestisse il progetto. Nel corso dei negoziati, è emerso con chiarezza che le imprese erano restie a farsi carico della progettazione e del rischio di mercato del sistema. La nuova tabella di marcia, attenta all'esigenza di evitare ulteriori ritardi e mantenere il rigoroso calendario di attuazione fissato, propone di concludere i negoziati in corso e «delineare» l'attuale partenariato pubblico-privato. Nel nuovo partenariato proposto, il settore pubblico si occuperebbe del lancio di tutti i satelliti e segmenti di terra, direttamente controllati dalla Commissione europea, mentre l'ESA continuerebbe a fornire la competenza tecnica. «Se il settore privato svolgerà un ruolo ciò accadrà in una fase successiva; l'idea quindi è di ridefinire tale PPP [partenariato pubblico-privato]», ha spiegato Jacques Barrot, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 16 maggio a Bruxelles. Barrot ha smentito le accuse secondo cui la ragione dell'impasse con l'industria sarebbe dovuta alla preoccupazione che Galileo possa non essere un'iniziativa redditizia. «Soltanto perché il consorzio non è stato in grado di elaborare un piano aziendale, ciò non significa che il sistema non sia realizzabile». Ha inoltre dichiarato che dai risultati di una ricerca approfondita è emerso che il sistema ha un potenziale di mercato molto promettente. «Se non avessimo un progetto commerciale, non proseguiremmo» ha fatto presente il commissario. La tabella di marcia propone di finanziare la realizzazione della struttura iniziale di Galileo, il cui costo è stimato intorno ai 3,4 Mrd EUR, solo tramite il settore pubblico. Avendo già investito 1 Mrd EUR, la Commissione sta valutando la possibilità di reperire le restanti risorse dal bilancio comunitario o dagli Stati membri. Jacques Barrot ha sottolineato che il nuovo scenario relativo al finanziamento in effetti non riguarderebbe il denaro dei contribuenti. Nel partenariato pubblico-privato originale si richiedeva all'industria di concedere il finanziamento dell'infrastruttura come prestito, che il settore pubblico avrebbe dovuto restituire ogni anno comprensivo di interessi e del rendimento sul capitale. Nella nuova tabella di marcia i costi di realizzazione e gestione sarebbero pertanto più contenuti. «È la differenza che passa tra acquistare direttamente una casa o chiedere un mutuo», ha affermato Barrot. «Noi non dovremo restituire il prestito». La tabella di marcia verrà presentata nel corso del prossimo incontro dei ministri europei dei Trasporti, previsto per l'inizio di giugno. L'accordo in merito agli aspetti finanziari, verrà preso in conformità della procedura di codecisione.
Paesi
Germania