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Preventing Radicalisation Online through the Proliferation of Harmonised ToolkitS

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Nuovi strumenti per individuare (e prevenire) la radicalizzazione online

La radicalizzazione online è una forza trainante che si cela dietro l’attività terroristica. Nuove tecnologie all’avanguardia si propongono di aiutare le forze dell’ordine ad affrontare la sfida.

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Per la stragrande maggioranza di noi, internet è una risorsa infinita di informazioni o, come minimo, un ottimo posto per video divertenti di gatti. Ma per i criminali e i terroristi, è lo strumento perfetto per raccogliere fondi, reclutare, coordinare e comunicare. «Il ciberspazio viene utilizzato sempre più spesso come mezzo per finanziare illegalmente, reclutare, addestrare e incitare individui a combattere contro gli ideali sociali e democratici dell’Europa», afferma Holger Nitsch, direttore del Centro di eccellenza per la polizia e la ricerca in materia di sicurezza in Baviera (CEPOLIS), un istituto dell’Università di Scienze applicate ai servizi pubblici (sito web in tedesco) nel dipartimento di Polizia della Baviera. Secondo Nitsch, le forze dell’ordine sono troppo concentrate sull’atto criminale, tralasciandone le cause sottostanti. «Dobbiamo trattare la malattia, non il sintomo», aggiunge. «Poiché la radicalizzazione online è la forza trainante degli atteggiamenti e delle credenze che pervadono il comportamento criminale, i nostri sforzi devono iniziare da qui.»

Cause e implicazioni della radicalizzazione online

Con il supporto del progetto PROPHETS, finanziato dall’UE, Nitsch è impegnato a esaminare le cause e le implicazioni della radicalizzazione online e, sulla base di questo, a sviluppare gli strumenti necessari per affrontare la sfida. Per quanto riguarda le cause, una particolare attenzione è stata posta nell’identificare, rendere operativi e misurare gli indicatori di vulnerabilità, ovvero ciò che rende certi individui suscettibili alla radicalizzazione. Questi includono fattori personali come l’ingiustizia percepita e i torti, ovvero l’incertezza sulla formazione dell’identità o la ricerca di ciò che viene interpretato come «significato». Il desiderio di appartenenza può essere un fattore scatenante, così come l’ambiente sociale di una persona e altri fattori sociali, come la polarizzazione sociale. Il progetto si è concentrato altresì sul finanziamento del terrorismo, il reclutamento e l’addestramento, i contenuti generati dai terroristi e i discorsi di odio legati al terrorismo.

Serie di strumenti tecnici

Sulla base di questa ricerca, il progetto ha sviluppato tre serie di strumenti tecnici per individuare (e prevenire) la radicalizzazione online. Per esempio, lo strumento MST (Monitoring and Situational Awareness Tool) raccoglie e analizza contenuti multimediali da varie fonti online. «Avvalendosi di tecnologie all’avanguardia e basandosi sui nostri risultati, l’MST estrae informazioni preziose da dati strutturati e non strutturati», osserva Nitsch. «Questi risultati sono poi utilizzati per identificare le attività in corso e fornire notifiche tempestive alle forze dell’ordine.» Lo strumento PMT (Policy Making Toolkit) è, come suggerisce il nome, orientato all’analisi delle politiche da parte dei responsabili decisionali e degli operatori delle forze dell’ordine. Può essere usato per raccomandare approcci politici verso le minacce esistenti ed emergenti poste dalla radicalizzazione online. «I responsabili decisionali possono usare il PMT per riesaminare le politiche e la legislazione pertinenti, come la direttiva dell’UE sulla lotta contro il terrorismo, in tutti gli Stati membri», aggiunge Nitsch. Ultimo ma non meno importante è il portale ENP (Expert Notification Portal). Si tratta di uno spazio guidato dalla comunità, progettato per agevolare la comunicazione tra le forze dell’ordine e gli esperti durante le indagini in corso sulle attività di radicalizzazione online.

Potenti capacità per combattere le attività legate al terrorismo online

Tutte e tre le serie di strumenti sono state valutate da utenti finali delle forze dell’ordine e da consulenti di numerosi paesi europei. Tutti gli strumenti sono stati confermati come rispondenti alle aspettative e alle esigenze degli utenti finali. L’MST è risultato essere particolarmente efficace nel rilevare contenuti legati al terrorismo e nell’identificare attività legate al terrorismo e indicatori di vulnerabilità. «I tre strumenti forniscono alle forze dell’ordine, ai responsabili delle politiche e ad altre parti interessate potenti capacità per combattere le attività online legate al terrorismo, non solo rilevandole, ma anche affrontando la loro causa principale, ossia la radicalizzazione online», conclude Nitsch.

Parole chiave

PROPHETS, radicalizzazione online, terroristi, forze dell’ordine, criminali, internet

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