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Targeting neuroinflammation to combat pathological pain in neurodegenerative diseases and chronic pain syndromes

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La regolazione del dolore da parte di cellule non neuronali come quelle della (micro)glia e i macrofagi

Meccanismi inediti coinvolti nella comunicazione tra i neuroni e il sistema immunitario e nei modulatori non neuronali offrono opportunità promettenti per il trattamento del dolore cronico.

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Secondo alcuni studi, il dolore cronico interessa oltre il 30 % della popolazione mondiale. Tale condizione esercita un enorme impatto a livello personale ed economico, ripercuotendosi sulla qualità della vita e sulla capacità di lavorare delle persone e comportando un onere significativo per le famiglie e i sistemi sanitari. I disturbi neurologici e le patologie muscolo-scheletriche sono frequentemente accompagnate da dolore cronico, che costituisce inoltre una comorbilità diffusa nelle malattie neurodegenerative legate all’età, e sono molti i pazienti colpiti che non ricevono un trattamento adeguato. Il dolore avvertito da numerosi pazienti, anche nel caso in cui abbia origine nel sistema nervoso periferico o in quello centrale, è spesso associato a un’infiammazione derivante dalle interazioni tra i neuroni e altri tipi di cellule. Con il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, il progetto TOBeATPAIN ha supportato 11 ricercatori in fase iniziale di carriera nell’approfondimento dell’ipotesi secondo cui la comunicazione neuronale con le cellule immunitarie sarebbe alla base del dolore persistente. L’enfasi è stata posta su malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer (MA) e il morbo di Parkinson, su patologie reumatiche quali la fibromialgia e l’artrite reumatoide, nonché su neuropatie periferiche come la malattia di Fabry.

I bersagli delle cellule immunitarie periferiche nel dolore cronico associato a malattia di Alzheimer e neuropatia periferica

In passato la ricerca ha dimostrato che le persone affette da MA registrano meno dolore rispetto agli individui sani, e la ragione di tale evidenza è incerta. TOBeATPAIN ha messo in evidenza il fatto che i modelli murini di MA sviluppano un dolore neuropatico di minore entità. Gli scienziati hanno inoltre dimostrato che la patologia cerebrale di Alzheimer altera il sistema immunitario periferico e che i macrofagi (le cellule immunitarie periferiche) esercitano effetti analgesici, rilasciando oppiacei in prossimità dei neuroni sensibili al dolore. «Suggeriamo quindi che sussista la necessità di un approccio terapeutico personalizzato volto a regolare la percezione e la registrazione del dolore nelle persone affette da malattia di Alzheimer», afferma Marzia Malcangio, coordinatrice del progetto e docente presso il King’s College di Londra. Per neuropatia periferica si intendono le numerose condizioni in cui si verificano dei danneggiamenti al sistema nervoso periferico. Il team ha riscontrato che nei pazienti colpiti da neuropatia periferica dolorosa le cellule immunitarie rilasciano fattori pro-infiammatori in prossimità dei nervi. Questi fattori incrementano l’attivazione neurale (firing) e contribuiscono allo sviluppo del dolore neuropatico.

Le cellule (micro)gliali nella fibromialgia e nel dolore

La fibromialgia è una malattia cronica causata da dolore muscolare e articolare diffuso. TOBeATPAIN ha concentrato l’attenzione sull’onnipresente proteina traslocatrice (TSPO, translocator protein), una proteina mitocondriale che si configura come biomarcatore dell’attivazione gliale, laddove le glia sono cellule non neuronali presenti nel sistema nervoso centrale e in quello periferico che rivestono ruoli importanti per il funzionamento del sistema nervoso. TOBeATPAIN ha dimostrato una maggiore espressione della TSPO nel cervello dei pazienti affetti da fibromialgia e, più in generale, interessati da dolore. Malcangio spiega: «I beneficiari di TOBeATPAIN presso l’Istituto Karolinska hanno fornito evidenze in merito al ruolo svolto dalla TSPO nella regolazione del dolore e nel metabolismo cerebrale, sostenendo inoltre lo sviluppo attualmente in corso di farmaci analgesici in grado di bersagliare i meccanismi associati a tale proteina.»

Nuovi obiettivi terapeutici non neuronali all’orizzonte per il dolore cronico

I ricercatori nella fase iniziale della propria carriera coinvolti nella rete di formazione sono stati estremamente produttivi, superando le aspettative grazie a numerose pubblicazioni già avvenute e ad altre pianificate in riviste di alta reputazione. Malcangio sintetizza: «Abbiamo fornito prove in merito a un nuovo ruolo significativo ricoperto dalle interazioni delle cellule immunitarie con i neuroni nei meccanismi che regolano il dolore patologico. Abbiamo inoltre individuato un importante componente periferico nelle condizioni che sono ritenute essere patologie principalmente inerenti al sistema nervoso centrale, quali la malattia di Alzheimer e la fibromialgia. Siamo fiduciosi del fatto che ulteriori lavori porteranno allo sviluppo di nuove strategie per la gestione clinica delle malattie caratterizzate da dolore cronico.» Il miglioramento della gestione del dolore cronico fornirà sollievo a una notevole porzione della popolazione dell’UE e alleggerirà il carico dei sistemi sanitari europei, irrobustendo al contempo l’economia con una forza lavoro più resistente: il detto nessun dolore, nessun guadagno, dall’inglese «no pain, no gain», in questo caso non vale.

Parole chiave

TOBeATPAIN, dolore, dolore cronico, MA, fibromialgia, cellula immunitaria, glia, neuropatia periferica, malattia di Alzheimer, infiammazione

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