Il ruolo della vita e della morte nell'ottica evolutiva
La "selezione naturale", infatti, è un meccanismo chiave dell'evoluzione e determina la diffusione di specifici tratti biologici nell'ambito delle popolazioni. La morte è uno dei principali processi attraverso cui si esprime la selezione naturale, poiché gli organismi meno adattati all'ambiente hanno più probabilità di morire prima di generare prole o dopo averne prodotta in quantità minore rispetto agli altri. Una causa importante di morte è l'attività predatoria. Il progetto ISLE ("Island selection and lizard ecology"), finanziato dall'UE, ha studiato i processi ecologici di selezione naturale provocati dalla predazione, prendendo in considerazione i sistemi insulari in quanto modelli relativamente isolati. Il progetto ha inoltre cercato di comprendere meglio l'ecologia delle specie invasive, che minacciano la flora e la fauna indigena e offrono quindi un ambito di ricerca importante per conservazionisti e gli ecologisti. ISLE ha concentrato la sua attenzione su tre diversi ambienti: l'isola di Grand'Abaco (Bahamas) e la Florida nella fase iniziale, le isole Canarie e in particolare Fuerteventura, Gran Canaria e Tenerife nella seconda fase. Nella prima fase, ISLE ha studiato gli effetti del grande predatore Leiocephalus carinatus (una lucertola settentrionale dalla coda arricciata) sull'Anolis sagrei (anolide marrone) sull'isola di Grand'Abaco e sulla terraferma, in Florida. Più specificamente, il progetto ha cercato di chiarire qual è l'influenza di un predatore di maggiori dimensioni sui tratti e sulle densità di un predatore più piccolo, quantificando la selezione naturale, interpretando e confrontando le percentuali di sopravvivenza, misurando i cambiamenti dei tratti della popolazione e quantificando gli effetti dell'habitat su altri aspetti del comportamento delle lucertole più piccole. I risultati principali di ISLE indicano che le condizioni meteorologiche influiscono sull'impatto del grande predatore sull'utilizzo dell'habitat da parte del piccolo predatore. Condizioni di tempo cattivo escludono infatti la presenza di animali più grandi e quindi quelli di minori dimensioni possono spostare il proprio habitat dagli alberi al terreno. Le conclusioni di questa iniziativa aprono la strada a ulteriori approfondimenti che potranno verificare le attuali ipotesi sul ruolo della predazione come forza determinante sull'evoluzione dell'anolide marrone.