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Contenuto archiviato il 2024-06-18
Protecting the food chain from prions: shaping European priorities through basic and applied research

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La protezione dai prioni

Le proteine erroneamente ripiegate, note come prioni, hanno causato la devastante crisi sanitaria e alimentare in Europa dovuta alla contagiosa encefalopatia spongiforme bovina. Un progetto sostenuto dall’UE ha studiato i prioni, al fine di prevenire una ricomparsa dell’encefalopatia spongiforme bovina o variante della malattia di Creutzfeldt-Jacob (vCJD).

L’encefalopatia spongiforme bovina (BSE), denominata anche morbo della mucca pazza, oltre 20 anni fa ha decimato le popolazioni bovine europee e ha causato forti apprensioni sul cibo in tutta Europa. Ha addirittura saltato la barriera di specie, infettando alcuni esseri umani con la vCJD, provocando la morte di circa 200 persone. È necessaria un’ampia ricerca per prevenire o gestire la comparsa di malattie causate da infezione prionica. Il progetto PRIORITY (Protecting the food chain from prions: Shaping European priorities through basic and applied research) si è concentrato su quattro aree: struttura e funzione, rilevamento, trasmissione ed epidemiologia. Le ricerche su struttura e trasmissione hanno portato a un modello a bassa risoluzione dell’encefalopatia spongiforme che infetta capre e pecore, la malattia del trotto (PrPSc), insieme a caratteristiche fondamentali di prioni ricombinanti. I ricercatori hanno identificato due siti chiave per la conversione del prione cellulare (PrPc) nella PrPSc infettiva. A livello biochimico, l’estremità flessibile di PrPc svolge un ruolo nella tossicità associata, insieme con cascate di trasduzione del segnale chiave che sono state chiarite. I metodi di rilevazione sviluppati comprendono un saggio di identificazione di ceppo tramite luminescenza, un saggio basato sul trasferimento di energia a risonanza di Förster ad alta intensità di elaborazione, per rilevare la presenza di prioni. Gli scienziati hanno anche escogitato un processo per amplificare le proteine erroneamente ripiegate e identificare prioni nel latte, nel sangue e nei rifiuti. Dai risultati è emerso che l’infettività dei prioni è estremamente persistente nelle acque reflue. Per contenere l’ulteriore diffusione, sono stati sviluppati metodi più efficaci di decontaminazione per la strumentazione chirurgica, accanto a un sistema migliorato per decontaminare i rifiuti con la tecnologia a microonde. I ricercatori hanno scoperto che i prioni si diffondono dal sito di esposizione al cervello tramite un iniziale accumulo su cellule dendritiche follicolari; hanno anche chiarito le vie della propagazione dei prioni dall’intestino al sistema nervoso centrale. Un declino (legato all’età) dell’efficacia del sistema immunitario rappresenta un fattore molto rilevante della suscettibilità delle persone più anziane; sono stati identificati elementi di sangue e latte latori di infettività correlata ai prioni. In generale, si è concluso che la malattia del trotto atipica può trasmettersi all’uomo e che le proprietà di ceppo variano con la breccia nella barriera di specie. PRIORITY ha confermato che il divieto sulla farina di carne e ossa è stato il fattore più significativo a favore del contenimento della BSE e ha consigliato di mantenere tale proibizione. La prosecuzione delle ricerche sui prioni identificherà i fattori che contribuiscono alla prosperità dei prioni e alla transizione in specie diverse, accanto ai mezzi per interrompere tale processo.

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