Perché i sistemi immunitari si attivano contro se stessi
I disturbi autoimmuni avvengono quando il sistema immunitario del corpo crea “autoanticorpi” che attaccano e distruggono i suoi stessi tessuti sani. Poiché normalmente i sistemi immunitari producono anticorpi per difendere l’organismo contro invasori estranei (ad es. i batteri), alcuni disturbi autoimmuni potrebbero essere attivati dall’infezione batterica. Gli anticorpi citoplasmatici antineutrofili (ANCA) costituiscono un gruppo di autoanticorpi che attaccano leucociti e danneggiano i vasi sanguigni, causando una patologia denominata vasculite associatae ad ANCA (AAV). Poiché gli scienziati hanno rilevato solidi legami tra AAV e infezione batterica, si tratta di un modello ideale per studiare se l’infezione predisponga alcune persone a malattie autoimmuni. Il progetto INTRICATE(si apre in una nuova finestra) (Infectious triggers of chronic autoimmunity), finanziato dall’UE, si è servito di modelli murini e campioni ematici ricavati da centinaia di pazienti affetti da AAV, per capire cosa attivi l’AAV. Uno dei bersagli noti degli autoanticorpi AAV è una proteina che nell’uomo (ma non nei topi) assomiglia a una proteina batterica. È possibile che, nelle persone affette da AAV, gli anticorpi umani scambino per errore questa proteina per quella batterica e, di conseguenza, la attaccano. Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno modificato geneticamente i topi perché producessero una versione umana di questa proteina; quindi, li hanno infettati con i batteri. Non è stata rilevata alcuna correlazione diretta tra infezione e produzione di autoanticorpi; il rapporto è molto più complesso. Per capire perché alcune persone siano maggiormente soggette a malattie autoimmuni, i ricercatori hanno anche osservato la genetica delle persone affette da AAV e dei batteri relativi. Hanno scoperto tre geni umani associati con AAV, accanto ad altri candidati promettenti. Riveste particolare importanza che abbiano scoperto geni che rendono i pazienti soggetti a due diversi disturbi autoimmuni, fornendo nuove prove sul fatto che i due disturbi sono geneticamente distinti. Se si comprenderanno le cause alla base dei disturbi autoimmuni, i ricercatori potranno sviluppare nuove terapie. Inoltre, per i ricercatori può essere utile comprendere la risposta immunitaria nelle persone affette da AAV, per poter sviluppare “biomarcatori” capaci di tracciare il disturbo in pazienti che evidenziano potenziali sintomi di AAV.