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Technological platform to develop nutritional additives to reduce methane emissions from ruminants

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Potenziare le PMI per abbattere le emissioni di metano

Nell'ambito di un recente progetto finanziato dall'UE, è stata creata una piattaforma tecnologica destinata alle piccole e medie imprese (PMI) e impiegata per la conduzione di prove su composti che potrebbero rivelarsi utili nel processo di riduzione delle emissioni del metano (CH4) prodotte dai ruminanti.

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L'allevamento del bestiame rappresenta una delle principali attività che contribuiscono nella misura del 18 % alle emissioni di gas a effetto serra (GHG). Il metano rappresenta il secondo GHG in ordine di importanza, prodotto fondamentalmente dal processo di fermentazione che ha luogo nel tratto digestivo degli animali erbivori. I nutrizionisti che si occupano dei ruminanti hanno a lungo tentato di ridurre la formazione di CH4 sviluppando nuovi additivi alimentari, tra cui estratti vegetali, il cui sviluppo e la cui commercializzazione sono tuttavia ostacolati da numerose barriere, specialmente nel caso delle PMI. Il progetto SMETHANE ("Technological platform to develop nutritional additives to reduce methane emissions from ruminants") è stato concepito allo scopo di superare gli ostacoli che le piccole e medie imprese operanti in tale settore sono chiamate ad affrontare. Il consorzio era composto da cinque organizzazioni di ricerca ed enti formativi provenienti da quattro Stati europei, nonché da sei imprese impegnate sul fronte dello sviluppo di additivi nutrizionali. Uno degli obiettivi dell'iniziativa consisteva nell'analisi della stabilità di molecole attive negli estratti vegetali, mediante l'integrazione di tali sostanze nelle farine da foraggio e nei pellet destinati all'alimentazione del bestiame. I ricercatori hanno osservato un'alterazione della stabilità delle molecole a temperature più elevate e, nel caso del processo di pellettatura, anche a basse temperature. I test in vitro hanno dimostrato la capacità di cinque composti di ridurre la produzione di metano in base alla relativa concentrazione e alle dimensioni dell'animale. Talune concentrazioni incidevano sulla produzione di acidi grassi volatili (VFA) che riveste un ruolo cruciale nell'approvvigionamento energetico dei ruminanti. Dai test in vivo non è emersa alcuna correlazione diretta con i test in vitro, specialmente per quel che concerne le dosi necessarie, mentre le dosi intermedie si sono rivelate più efficaci nelle prove in vivo. Il team ha inoltre scoperto che il livello di efficacia degli additivi e delle dosi differiva in base alla taglia dei ruminanti. Nell'ambito dell'iniziativa, sono stati pertanto condotti esperimenti sugli allevamenti allo scopo di determinare l'effetto degli additivi sulla produttività e sulla qualità dei prodotti. Dalla ricerca è emerso che gli oli essenziali conducevano a una maggiore produzione di latte e contribuivano all'aumento ponderale giornaliero. Prima della fine del progetto, il gruppo di esperti disporrà di un'enorme mole di dati sull'efficacia degli additivi nutrizionali nei bovini da latte e da carne, nonché nei ruminanti di piccola taglia. Ciò dovrebbe sostenere un aumento della produzione, della commercializzazione e della vendita dei composti da parte delle PMI coinvolte.

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