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Il Parlamento respinge le misure sul divieto della clonazione umana

Il 29 novembre, con 316 voti contrari e 37 favorevoli, il Parlamento europeo ha respinto un provvedimento sul divieto della clonazione umana nell'UE. L'eurodeputato italiano Francesco Fiori, il quale ha presentato la risoluzione respinta, ha fatto appello ad una nuova legisla...

Il 29 novembre, con 316 voti contrari e 37 favorevoli, il Parlamento europeo ha respinto un provvedimento sul divieto della clonazione umana nell'UE. L'eurodeputato italiano Francesco Fiori, il quale ha presentato la risoluzione respinta, ha fatto appello ad una nuova legislazione. Nel difendere la sua relazione, egli ha affermato l'importanza di decidere immediatamente quali conoscenze debbano rimanere integre senza essere mai intaccate dai progressi sempre più numerosi in materia di genetica umana. Il provvedimento segue l'intensificarsi dei dibattiti sulla clonazione umana, in seguito all'annuncio fatto dalla società americana Advanced Cell Technology di aver clonato con successo un embrione umano in fase iniziale. Durante il dibattito, si è avuta una spaccatura tra gli eurodeputati a favore della ricerca sulla clonazione terapeutica e coloro totalmente contrari all'impiego di embrioni umani a scopi di ricerca. Alcuni scienziati intendono ricorrere alla clonazione terapeutica, al fine di produrre embrioni che possono essere impiegati per coltivare cellule staminali, una potenziale fonte di cure per malattie quali la sclerosi multipla e l'Alzheimer. L'eurodeputata tedesca, Hiltrud Beyer, è insorta contro tutti i tentativi di clonazione terapeutica, poiché creare embrioni umani per poi distruggerli equivale ad una mancanza di rispetto per la vita umana. "Non vogliamo una società in cui il corpo femminile venga utilizzato per creare embrioni a scopo di lucro", ha dichiarato la Beyer. L'eurodeputata irlandese, Dana Rosemary Scallon, ha espresso la sua disapprovazione perfino nei confronti di una ricerca limitata sugli embrioni umani, già approvata dal Parlamento nell'ambito del sesto programma quadro (5PQ) di ricerca e sviluppo tecnologico (RST). La Commissione ha dichiarato l'intenzione di non voler finanziare la ricerca sulla clonazione umana, ma che avrebbe sostenuto la ricerca sulle cellule staminali provenienti da feti abortiti o da feti eccedenti in seguito alla fecondazione in vitro. L'eurodeputata finlandese, Astrid Thors ha tuttavia sostenuto l'ipotesi che nulla dovrebbe essere escluso, aggiungendo che avrebbe voluto assistere ad un maggior sostegno a favore della clonazione terapeutica nell'ambito del 6PQ. L'eurodeputato italiano, Gianfranco Dell'Alba, ha anch'egli affermato la necessità di maggiori ricerche nel settore della clonazione terapeutica, spiegando che "la ricerca può essere fonte di speranza" Egli ha detto "sì alla ricerca sulle cellule staminali, sì agli embrioni in soprannumero e sì alla ricerca terapeutica, che non ha nulla a che vedere con la clonazione". L'europarlamentare scozzese, John Purvis, ha sollecitato la Commissione affinché non lasci che la ricerca europea rimanga indietro rispetto a quella degli altri paesi. Egli si è espresso a favore dell'impiego degli embrioni in soprannumero in seguito alla fecondazione in vitro (FIV), al fine di proseguire i lavori in questo settore. Il commissario per la Ricerca Philippe Busquin ha messo in chiaro la posizione della Commissione nei confronti della genetica umana. Egli ha affermato che l'Esecutivo intende istituire un gruppo di scienziati e di esperti legali, al fine di preparare le relazioni annuali per il Parlamento ed il Consiglio relative alla direttiva 98/44/CE sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche. Il Commissario ha proseguito dicendo che non è sua intenzione erogare finanziamenti comunitari a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali, se il risultato è la mera produzione di embrioni umani per scopi di ricerca o per la produzione di cellule staminali. Busquin ha inoltre chiesto un chiarimento della direttiva 98/44/CE ed ha invitato gli Stati membri a recepirla ed applicarla in tempi rapidi. "Nel contesto di una spietata concorrenza internazionale - ha affermato Busquin - la direttiva fornisce ai ricercatori e agli industriali europei un quadro di riferimento comune indispensabile. Non è tempo di emendare la direttiva o di rivedere i suoi contenuti. Tuttavia, alcuni suoi aspetti richiedono un chiarimento. Se da un lato, la scienza progredisce a grandi passi e le conoscenze si allargano ad un livello sempre maggiore, dall'altro si sente il bisogno di elaborare una legislazione". Egli ha poi dichiarato che la responsabilità di tale legislazione spetta ai politici ed ai funzionari della pubblica amministrazione, dal momento che "i tribunali non possono operare all'interno di un vuoto scientifico, né la scienza, a sua volta, si può sviluppare all'interno di un vuoto giuridico". Una portavoce della Commissione ha dichiarato che in sette Stati membri dell'UE (Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia) non esistono al momento restrizioni legali agli esperimenti che potrebbero portare alla clonazione umana. Cipro, paese candidato, ha introdotto un provvedimento d'urgenza contro la clonazione umana, approvato dopo appena 30 minuti dalla sua presentazione al Parlamento nazionale, per impedire ad un medico cipriota di produrre un clone umano. Il Dr. Panayiotis Zavos aveva manifestato l'intenzione di concludere l'esperimento "entro la fine dell'anno". Intanto, nel Regno Unito si stanno accelerando i tempi di attuazione di una legislazione volta a impedire la clonazione riproduttiva ma non quella terapeutica, la quale sarà consentita per scopi di ricerca soggetti a rigidi controlli. Il dibattito del Parlamento europeo ha fatto seguito alla relazione sulle implicazioni a livello etico, giuridico, economico e sociale della genetica umana, redatta dalla commissione parlamentare sulla genetica umana e le nuove tecnologie applicate alla medicina moderna. La commissione è stata istituita in seguito a numerosi sviluppi di fatti controversi, compresa la nascita, nell'estate del 1996, della "pecora Dolly" presso il Roslin Institute (Scozia).

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