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OPtimization of Treatment and Management of Schizophrenia in Europe (OPTiMiSE)

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Una revisione dei trattamenti per la schizofrenia

Un ampio consorzio europeo ha sviluppato un algoritmo di trattamento basato sui trattamenti esistenti per la schizofrenia e ne ha testato di nuovi. Le sperimentazioni cliniche, il neuroimaging e strumenti di biomarcatori hanno favorito la possibilità di predire la risposta.

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Nonostante quasi 50 anni di ricerche farmacologiche e psicosociali, la prognosi della schizofrenia in generale ha visto pochissimi miglioramenti. La causa principale degli scarsi risultati va probabilmente individuata nelle grandi differenze della risposta dei pazienti. Il progetto OPTIMISE (Optimization of treatment and management of schizophrenia in Europe), finanziato dall’UE, è stato concepito per superare le grandi difficoltà nel trattamento della schizofrenia. È stato avviato uno studio singolare per l’ottimizzazione del trattamento, che ha coinvolto 430 pazienti, per verificare l’algoritmo del trattamento del primo episodio di schizofrenia. I risultati hanno mostrato che l’amisulpride sembra essere una buona scelta per avviare il trattamento. Dopo quattro settimane i pazienti passavano a un altro antipsicotico o continuavano con l’amisulpride. Il passaggio dei non remittenti alla clozapina dopo queste due fasi è risultato in un basso livello di rimissione. Tuttavia, i pazienti che non soddisfavano esattamente i criteri di remissione spesso mostravano una notevole riduzione dei sintomi psicotici. I ricercatori hanno paragonato i biomarcatori dei remittori e dei non remittori. I risultati hanno mostrato 26 geni diversamente espressi nei due gruppi. I livelli della proteina S100B corrispondevano al livello di gravità sulla scala di sindrome positiva o negativa della schizofrenia, ma non esiste un rapporto diretto tra i livelli di S100B e la risposta antipsicotica. La verifica della capacità di previsione dei biomarcatori per la risposta al trattamento ha prodotto risultati preliminari promettenti. I livelli di glutammato di riferimento potrebbero essere associati alla gravità dei sintomi e le citochine nel siero potrebbero prevedere se i pazienti con i primi sintomi soddisferanno i criteri di remissione se trattati con l’amisulpride. I dati dei risultati per l’intervento psicosociale non sono ancora disponibili. Inoltre, una nuova strategia terapeutica, il cannabidiolo come farmaco alternativo all’approccio basato su d2, è ancora in fase di verifica in uno studio separato e appositamente concepito. Quando saranno completate tutte le analisi, l’apprendimento automatico verificherà se la combinazione di vari dati demografici, valutazioni cliniche, dati di neuroimaging e emomarcatori sono in grado di prevedere la risposta. Per l’aderenza del paziente e la previsione di ricaduta, il progetto OPTIMISE ha predisposto un nuovo pacchetto psico-educativo, che può essere facilmente usato nella normale pratica quotidiana. In generale, l’esito delle sperimentazioni del progetto potrebbe incidere notevolmente sull’attuale pratica diagnostica e terapeutica relativa alla schizofrenia. Le linee guida per il trattamento basate sulle evidenze dovrebbero migliorare la risposta al trattamento.

Parole chiave

Schizofrenia, OPTIMISE, sperimentazione, amisulpride, remissione

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