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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Memory loss in Alzheimer disease: underlying mechanisms and therapeutic targets

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I meccanismi della perdita di memoria nella demenza

Due proteine ricoprono un ruolo strumentale nel deficit cognitivo associato alla malattia di Alzheimer (AD) e ad altre forme di demenza. Scienziati finanziati dall'UE hanno ora sviluppato terapie mirate molto promettenti per milioni di persone affette da questi problemi.

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La memoria è mediata in larga misura dalla trasmissione del segnale tra neuroni nelle sinapsi, il luogo in cui i neuroni sono in stretto collegamento l'uno con l'altro. La disfunzione sinaptica ricopre quindi un ruolo nella perdita di memoria comunemente riscontrata nella maggior parte delle forme di demenza, ed è un sintomo fondamentale dell'AD. A livello molecolare l'AD è caratterizzata da aggregati insolubili anomali di due proteine, il peptide beta-amiloide (Abeta) e la tau. Il primo contribuisce alle placche neuritiche extracellulari, mentre la seconda ai grovigli neurofibrillari intracellulari. I cambiamenti patologici nell'AD suggeriscono che l'accumulo di Abeta faccia scattare la patologia della tau, ma i meccanismi sono per lo più sconosciuti. Gli scienziati hanno avviato il progetto MEMOSAD ("Memory loss in Alzheimer disease: Underlying mechanisms and therapeutic targets"), finanziato dall'UE, per identificare le specie tossiche di Abeta e tau, il loro meccanismo di tossicità e la loro interrelazione. L'obiettivo finale era l'identificazione di potenziali bersagli terapeutici per combattere la devastante e irreversibile perdita di memoria nell'AD e nelle patologie correlate. I ricercatori hanno impiegato colture neuronali primarie e modelli animali di uso comune per dipanare il mistero. Hanno analizzato a fondo gli effetti di specie di Abeta ben definite, e le conseguenze funzionali dell'elaborazione ed aggregazione aberranti della tau su una serie di substrati molecolari di funzione sinaptica. I membri di MEMOSAD hanno collaborato alla riuscita produzione di inibitori dell'aggregazione di Abeta, e hanno dimostrato miglioramenti mnemonici in due modelli di roditore. Gli scienziati hanno anche convalidato l'uso di immunoterapia sulla tau per il trattamento dell'AD e di altre patologie associate alla tau. I risultati hanno mostrato una riduzione nella tau aggregata e un ritardo nell'insorgenza di deficit cognitivi a seguito dell'immunizzazione. I bersagli identificati rappresentano un'importante conquista per trattare o rallentare il progresso dell'AD. Ciò potrebbe rivelarsi anche un prezioso strumento diagnostico o biomarcatore per l'AD, altre forme di demenza, e disturbi neurodegenerativi collegati quali il morbo di Parkinson. L'AD e la demenza sono priorità di sanità pubblica a livello globale. MEMOSAD ha fornito un importante contributo per mitigare il loro impatto sulle vite dei pazienti, sugli addetti all'assistenza e sui sistemi sanitari sovraccarichi.

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