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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Co-morbidity in relation to Aids

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Il collegamento tra trattamento per l’HIV e invecchiamento precoce

Alcuni ricercatori europei hanno indagato sugli effetti dell’infezione da HIV e della terapia antiretrovirale di combinazione (cART) sull’invecchiamento. I loro risultati comportano rilevanti conseguenze per la diagnosi e il trattamento dell’infezione da HIV.

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È sempre più comprovato che l’infezione da HIV, anche se adeguatamente trattata con la cART, sembra associata con un invecchiamento più rapido. I pazienti infetti da HIV sembrano presentare co-morbilità non trasmissibili legate all’età (AANCC), tra cui patologie cardiovascolari, renali croniche, epatiche e polmonari, diabete mellito, osteoporosi e malignità non associate all’AIDS. È stato supposto che l’HIV possa indurre danni diffusi a tessuti e sistemi organici tramite meccanismi immunomediati o di altro tipo. I bassi livelli di infiammazione che persistono anche durante la cART potrebbero favorire la comparsa di una serie di cosiddette problematiche cliniche non legate all’AIDS, come l’invecchiamento. Per chiarire meglio questo fenomeno, il progetto COBRA (Co-morbidity in relation to AIDS), finanziato dall’UE, ha confrontato persone positive e negative all’HIV con caratteristiche demografiche e stili di vita simili, nell’intento di escludere qualsiasi altro fattore che potrebbe influenzare l’invecchiamento. Tuttavia, sono state incluse pochissime donne e persone non di razza bianca nello studio, la cui validità risulta quindi inficiata in relazione a tali gruppi. Le persone infettate da HIV erano sottoposte a cART e non hanno presentato alcun carico virale rilevabile che fornisse indicazioni dell’impatto dell’infezione curata sull’invecchiamento. In generale, dai risultati non emergono che l’HIV trattata si associ a un invecchiamento accelerato, sulla base di test cognitivi, neuroimaging e biomarcatori dell’invecchiamento. Anche se sono emerse differenze di neuroimaging legate all’età tra i due gruppi, non è emersa alcun indizio di perdita di capacità mentale o deterioramento da scansione del cervello nel corso di due anni, in pazienti trattati per l’HIV. Appare interessante l’osservazione dei ricercatori circa l’espressione di livelli superiori di marcatori relativi all’infiammazione e all’immunoattivazione nelle persone affette da HIV. Per separare gli effetti dell’HIV da quelli della cART, gli scienziati hanno studiato topi con un sistema immunitario umano. Dopo l’infezione con HIV, hanno analizzato l’evoluzione del virus, l’immunologia, le alterazioni metaboliche e l’invecchiamento. Hanno osservato che, al momento dell’infezione, la microglia cerebrale è attivata, mentre le cellule T CD4 declinano progressivamente. Nel loro complesso, i risultati dello studio mettono in rilievo l’importanza di un trattamento ottimale dell’HIV per stabilizzare le co-morbilità legate all’età associate al virus. Si spera che una maggiore conoscenza dei risultati ottenuti da COBRA contribuirà a favorire una diagnosi e un trattamento più precoce dell’HIV e il rispetto di uno stile di vita più sano.

Parole chiave

HIV, invecchiamento, terapia antiretrovirale, infiammazione, COBRA

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